Precettorie e commende dell’Ordine di Malta nell’Alessandrino

La presenza dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta nel territorio alessandrino costituisce una realtà storica poco conosciuta dalla storiografia locale. In seguito a ricerche effettuate nell’Archivio Generale dell’Ordine di Malta e all’Archivio Granpriorale a Venezia ho potuto approfondire l’argomento: in particolare il reperimento di molti documenti contenuti nei Registri Bollari di Rodi e di Malta mi ha permesso di integrare le notizie sulla presenza dei cavalieri gerosolimitani in Alessandria e nel territorio circostante, particolarmente nel periodo compreso tra il XIV e il XVI secolo. E’ stato quindi possibile accertare l’esistenza di trentacinque insediamenti situati nel territorio di Alessandria, Casale Monferrato, Acqui e Tortona comprese nel Priorato di Lombardia la cui sede in origine era ad Asti.

Le domus originarie sorte con lo scopo di accogliere i bisognosi e i pellegrini in transito verso i luoghi santi, si trasformarono in precettorie e in commende, ossia in consistenti proprietà territoriali, con la duplice funzione di finanziare con i propri redditi le imprese dei cavalieri e la costruzione di porti e fortificazioni e di reclutare giovani volontari. Parecchi esponenti della nobiltà alessandrina appartenenti alle famiglie Dal Pozzo, Guasco, Trotti, Inviziati amministrarono personalmente le precettorie dell’Ordine con l’obbligo di versare annualmente una tassa nelle casse del Comun Tesoro, ricavata dai proventi delle singole proprietà terriere.

La presenza dei Giovanniti nel territorio alessandrino è documentabile secondo lo storico Gasparolo sin dalla fine del secolo XI: in un atto del 2 aprile 1096 è menzionato in Valenza una “terra Sancti Iohannis” situata in regione Astiliano, probabilmente il più antico insediamento piemontese..

In un breve di papa Anastasio IV del 1153 è menzionata una chiesa di San Giovanni con ospedale ubicati “in castro Solerii”. La domus di Solero nel 1351 era amministrata da frate Giacomo de Corsembrando già precettore di Oviglio.

Nel borgo di Felizzano i Giovanniti gestivano fin dal 1160 l’ospedale di San Pietro fondato da Guglielmo IV marchese di Monferrato.

In Alessandria nel quartiere Borgoglio sorgeva la Commenda di Santa Margherita e la precettoria di San Giovanni presso la Porta Asti, le cui vestigia scomparvero nel XVIII secolo in seguito alla costruzione della Cittadella; nel quartiere Gasmondio presso la Porta Genova i Gerosolimitani amministravano la precettoria di San Giovanni Piccinini riedificata nel ‘700 e demolita nel secolo scorso.

Nei Registri Bollari conservati a La Valletta sono menzionate, a partire dalla seconda metà del ‘300, le precettorie di Bassignana, Masio, Quargnento, Fubine, e nel Monferrato le domus di Cuccaro, Altavilla, Moncalvo e Ponzano.

Nei pressi di Casalcermelli la presenza dei Gerosolimitani è documentata a partire dalla fine del secolo XII con l’importante e redditizia precettoria di San Giovanni d’Orba, annessa nel 1568 da Papa Pio V al convento domenicano di Santa Croce di Bosco Marengo.

A Castellazzo, tradizionalmente luogo di origine di sant’Ugo Canefri cavaliere gerosolimitano, sorgeva la precettoria di San Giovanni “de Mortucio” posta fuori dal borgo.

A Montecastello i cavalieri Giovanniti avevano fondato la commenda di San Giovanni detta anche “della Ripa”: consistenti acquisizioni territoriali nel corso dei secoli avevano reso questa commenda la più estesa territorialmente del contado alessandrino.

Ad Acqui l’ordine Gerosolimitano possedeva la commenda di San Calogero e Santa Margherita e la chiesa e il monastero di San Giovanni, quest’ultimi ceduto nel XIV secolo all’ordine francescano. Nell’acquese i Giovanniti amministravano anche la commenda di San Bartolomeo di Nizza, la precettoria di San Giovanni di Roncaglia e la precettoria di Cassine.

A Casale Monferrato i frati Gerosolimitani si erano stanziati presso la commenda di Santa Maria del Tempio: questo insediamento, come è facilmente deducibile dalla sua intitolazione, era in origine templare; solo dopo il 1312 con la soppressione dell’ordine dei frati del Tempio la proprietà passo ai frati Giovanniti. Nel XII secolo Bonifacio I figlio di Guglielmo IV di Monferrato concesse in feudo ai Gerosolimitani Morano, borgo del casalese costantemente in urto con la repubblica di Vercelli. Il feudo di Morano fu permutato nel 1443 con altre proprietà dei marchesi di Monferrato in Piemonte.

A partire dal XII i frati Giovanniti svolsero la loro attività assistenziale anche a Tortona presso la commenda di Santa Croce e la precettoria di San Guglielmo. In territorio tortonese i Gerosolimitani possedevano anche la mansione di San Bartolomeo a Serravalle, unico esempio di ospedale di ponte nell’alessandrino, le precettorie di Volpedo, Pontecurone, Castelnuovo Scrivia e la commenda di Casei Gerola.

Al confine del territorio alessandrino con l’Appennino Ligure i Giovanniti si erano stanziati a Gavi, Carrosio e Voltaggio.

Purtroppo di gran parte di questi insediamenti non conserviamo alcuna vestigia: in taluni casi la persistenza sino in epoca odierna di vie e intitolazioni varie (via della Commenda a Tortona e Castellazzo, Campo San Giovanni a Casalcermelli, Cascina San Giovanni a Cassine) sono un’ulteriore conferma e testimonianza della perdurante presenza del Sovrano Militare Ordine di Malta nel territorio alessandrino.