Corda Fratres

CORDA FRATRES

Di Aldo A. Mola

“QUEI CUORI FRATELLI BATTEVANO PER TUTTE LE NAZIONI A COMINCIARE, PERO’, DALL’ITALIA”
Il 15 novembre 1898 tremila giovani accorsi a Torino dai cinque continenti fondarono la Federazione internazionale degli studentiIl. Obioettivo? Semplice: affratellare le nazioni là dov’erano, senza modificare i confini di Imperi e Stati. Il “sistema” era un giocattolo fragile: frutto di allenaze e controalleanze, con clusole inutilmente segrete. Perché non provare ad andare d’accordo in casa anziché spostare , con lunghe guerre, i muri di confini tra vicini litigiosissimi? Questo progetto apparentemente sotto il pelo dell’acqua venne ideato da Efisio Giglio Tos (1870 – 1941), “torinese” giunto da autodidatta a varie lauree e già presidente dell’Associazione Universitaria Torinese.
Se davvero la “nazioni” – le “genti”, i “popoli” o come altrimenti si voglia dire – intendono essere fratelli e progredire insieme, rispettandosi a vicenda, non è necessario samantellare Iperi e Stati plurietnici e multireligiosi. Ciascuno all’interno dei “bacini” esistenti deve ottebnere quanto gli spetta. Unica alternativa, la “pulizia etnica”, gli orrori vissuti dall’Europa lungo l’intero secolo ventesimo (che non sta preparando nulla di buono al venturo).
Giglio Tos raccolse insieme decine di migliaia di studenti universitari di tutto il mondo. A quel tempo l’Italia ne contava poco piùà do ventimila: un terzo di essi si iscrisse alla “Corda Fratres”, nome della Federazione, il cui inno venne scritto da Giovanni Pascoli e che ebbe il sostegno del Re, dei Ministri della Puibblica Istruzione, del Presidente della Repubblica francese e l’adesione di Giglielmo Marconi, Gabriele d’Annunzio e quanti credevano nella possibilità di fermare la corsa a precipizio verso un macello gebnerale: quello del 1914 – 18, con quanto di orribile ne seguì, cioè i totalitarismisovioetico e nazista.
Per dare avvio alla Corda Fratres, Efisio Giglio Tos chiamò a raccolta i pochi sopravvissuti tra gli stuidenti universoitari che nel 1848, l’anno dello Statuto, avevano preso parte alle “patrie battaglie”. Tra altri aderì subito, di slancio, secondo il suo cavalleresco costume, Costantino Nigra.
La Corda Fratres celebrò poi i suoi congressi internazionali: a Parigi nel 1900, a Liegi, a Marsiglia, Bordeaux, persino ad Ithaca New York), quando i “Cordafratrini” furono ricevuti dal presidente degli USA, Roosevelt.
Nel 1907 Giglio Tos dette vita all’Associazione “Terza Italia”; nel 1914 si schierò nettamente per l’intervento a fianco dell’Intesa. Il 2 giugno 1918 illustrò sul colle del Campidoglio, a Roma, le basi della possibile Società delle Nazioni: pax in iure gentium.
All’ultimo congresso della Corda Fratres peresenziò il Principe di Piemonte, Umberto: un vntenne attento ai travagli e alle speranze dei giovani.
Qquesta vicenda – sinora del tutto sconosciuta: e che nondimeno vede in prima linea il “Vecchio Piemonte” di Efisio Giglio Tos – viene ricostruita per la prima volta da Aldo Alessandro Mola nel volume “Corda Fratres, storia di una associazione studentesca nell’età dei grandi conflitti (1898 – 1948) pubblicato dal Museo degli studenti dell’Università di Bologna, con prefazione del Rettore prof. Fabio Roversi Monaco (ed. CLUEB, via Marsala 31, 40126 Bologna).
Dai lettori di VIVA Giglio Tos vfa ricordato anche per le sontuosi edizioni d’arte su stemi di storia subalpina e pert il magnifico volume “Savoia”. D’altronde il Re, i Principi e la cerchia degl’Italiani pensosi non mancarono mai di sorreggere le belle opere via via prodotte dall’autodidatta di Chiaverano, un cui fratello, Ermanno, fu zoologo di fama mondiale: già assistente e poi erede di Michele Lessona il quale insegnava Volere è potere, una massima preziosa per l’età del progresso, velata da quando troppi si attendono tutto: dagli altri.”
Aldo A. Mola