II castello della Costa di Cumiana

Il Castello Canalis, chiamato anche Castello della Costa, si trova in posizione panoramica dominante.
La prima ala del castello, rivolta a sudovest risale aI XVI secolo, alla quale furono aggiunte, in seguito, altre aree dell’edificio, fino a ricoprire Ia superficie di 4470 mq. L’edificio è passato nelle mani di diversi proprietari, arrivando infine alla famiglia Vaglio che ha allestito nelle sale del Castello un museo Permanente dell’arredamento con un’interessante raccolta di mobili ed arredi antichi. Il giardino occupa una superficie di 300 mq intorno a palazzo, Si accede tramite il cancello in ferro, fiancheggiato da due colonne sulle quali una volta erano poste delle statue di cavalli di bronzo, oggi sostituite da ippocampi.

Il parco è caratterizzato da terrazzi e giardini, con gruppi di piante secolari come il cedro all’ingresso e altre conifere, un antico olmo situato sul lato nord e una fiIa di tassi a est del palazzo. È attraversato da un viale che conduce al belvedere, un terrazzo verde che si affaccia sul panorana di Cumiana. Nei secoli passati i castelli della Costa erano due: . il castello antico o “castellasso” sulla sommità della collina oggi chiamato “rudere”; il castello nuovo a valle, tuttora esistente, la cui data di costruzione è ignota.

Il castello antico sorgeva sul pianoro del colle che divide in due parti la conca di Cumiana, entro un’area cinta di mura, posizione strategica per il controllo sugli opposti versanti, nei quali si trovano i borghi fortificati della Costa e della Motta, e sulla pianura aperta. Si ritiene sia stato la dimora dei Falconieri dei signori di Trana e di Rivalta (X sec.) e in seguito dei principi di. Savoia-Acaia che nel 1366 cedettero “castello, villa e luogo di Cumiana” ai conti Canalis; il castello fu distrutto prima del 1582 anno in cui si sa per via documentaria che era “ruinato”. Il castello nuovo non è unitario come potrebbe sembrare, ma è costituito da due palazzi contigui che esistevano di sicuro nel 1582 quando appartenevano uno a Guglielmo Bernardino e I’altro a Guid’Alfonso Canalis, cugini germani. Pervenuti loro per via ereditaria continuarono ad essere trasmessi in eredità separatamente. Solamente una parte, l’attuale corpo di fabbrica verso levante, fu fatta ricostruire nel XVIII secolo dal conte Ludovico Canalis sulle fondamenta di un castello precedente. A questo palazzo era ed è tuttora unito un secondo palazzo, corrispondente all’ala attuale verso ponente, che ai tempi di Ludovico era di proprietà di Carlo Canalis e che non fu mai rimaneggiato. Studi recenti hanno ipotizzato che il castello venduto dai principi di Savoia-Acaia ai conti Canalis nel 1366 non fosse quello antico, ma quello nuovo e che in ogni caso i Canalis devono averlo abitato fin dal XIV secolo. Con la morte nel 1801 dell’ultimo discendente dei Canalis, Giovanni Maria Ludovico figlio di Giacinto e di Giulia Alfieri, il castello pervenne attraverso diversi passaggi di proprietà ai conti Provana di Collegno che lo detennero dal 1864 fino al 1992.

L’edificio attuale è costituito da quattro ali intorno ad un cortile centrale con portici su due lati. La facciata principale sul lato sud è preceduta da una scala monumentale a tre rampe che porta ad una ampia terrazza con balaustra in marmo.

La facciata nord, più sobria, ha una terrazza più piccola che conduce all’esterno verso il parco. All’ interno il grande salone di rappresentanza fu fatto affrescare negli anni Trenta del Settecento dal conte Ludovico Canalis. La decorazione, eseguita a trompe-l’oeil verosimilmente è di mano dei fratelli Pozzo, artisti operosi a corte. Sono raffigurati elementi architettonici, bandiere, lance, stemmi, vasi di fiori; nelle otto lunette si trovano strumenti musicali e armi da guerra (tamburi, elmi, armature e lance).

Sulla volta è rappresentato un guerriero affiancato da due putti angelici e da un personaggio in sella ad un leone, che richiama il leone raffigurato nello stemma di famiglia dei Canatis. Dal salone si accede ad una piccola cappella privata in stile barocco. Sui pilastri ai lati del cancello di ingresso si trovano le statue di due cavalli marini. “Due cavalli marini in marmo di Carrara” dello scultore luganese Bernardo Falconi compaiono fra le opere marmoree realizzate per il Palazzo e il Giardino di Venaria Reale tra iI 1665 ed il 1.672; le due sculture erano unite al cocchio di Nettuno, formato da una grande conchiglia, nella grotta centrale della Fontana d’Ercole, poi distrutta a partire dal 1751. Vittorio Amedeo III fece dono di “due cavalli maritimi, statura naturale” al conte di Favria nel 1781″, la stessa data incisa sul basamento del pilastro.

Alla fine del seicento visse al castello Anna Carlotta Teresa Canalis di Cumiana, la marchesa di Spigno, che fu moglie morganatica di Vittorio Amedeo II fi Savoia. Lo storico palazzo ospitò anche Vittorio Alfieri, che nel 1764 vi si recò appena quindicenne in villeggiatura in occasione delle nozze di sua sorella, Giulia, con il conte Giacinto Canalis. I1 grande tragediografo vi soggiornò ancora cinque anni dopo e vi ritornò in altri momenti importanti della sua vita. Altro illustre ospite del palazzo fu San Giovanni Bosco, ricordato nella cappella privata adiacente al salone centrale.