Il castello di Rocca Grimalda

Rocca Grimalda, insediamento celtico, poi città romana, arduinica, del marchesato del Monferrato, passò ai Malaspina, ai Visconti, ai Trotti, ai Grimaldi. Nella sua storia Rocca Grimalda assunse nomi diversi, da “Rocca Val d’Orba” a “Rocca De Trotti”. Le colline del feudo di Rocca Grimalda rimasero fino al XVIII secolo per lo più coperte da fitte foreste dove prosperava il brigantaggio.

I territori di confine permettevano alle famiglie di banditi di sfuggire alle autorità e di spadroneggiare sui territori dell’oltregiogo anche grazie all’appoggio popolare di cui tali fuorilegge godevano. Dopo alterne vicende, i Trotti vendettero il feudo alla famiglia genovese dei Grimaldi, che ne mantenne il possesso fino al XIX secolo e che diedero al paese il suo nome definitivo. I Grimaldi portarono dalla Repubblica di Genova il culto di santa Limbania e la coltivazione della vite che stravolse il paesaggio delle colline circostanti ove il bosco venne gradualmente rimpiazzato dalla vite. Dell’estesa foresta della valle Orba, citata da Alessandro Manzoni, rimasero solamente piccoli ritagli come il Parco della Villa Savoia in località San Giacomo (un tempo detto San Giacomo dei boschi).

Dal 1736 Rocca Grimalda entrò nell’orbita del Regno di Sardegna e seguì da allora le sorti del Piemonte. Oggi è proprietà di una associazione “familiare” i cui membri sono parenti dei Fratelli De Rege e parenti degli ultimi proprietari. Il Castello Malaspina-Grimaldi, in origine costruzione militare risalente al I Fratelli De Rege (vieni avanti cretino) a Rocca Grimalda XIII secolo, venne trasformato in abitazione signorile nel XVIII secolo dopo aggiunte anche nei periodi precedenti, con ali rinascimentali e barocche, insieme ad un pregevole giardino panoramico sulla valle sottostante. Si caratterizza per una torre circolare a cinque piani con scala elicoidale ricavata nello spessore delle mura che un tempo ospitava le prigioni: i muri interni ancora riportano le scritte e i disegni eseguiti da alcuni prigionieri del XVII e XVIII secolo. Piccole feritoie illuminano le stanze, mentre la sommità della torre, usata un tempo per l’avvistamento, è stata distrutta da un fulmine nella fine dell’ ’800.

La Cappella fu realizzata alla base dell’ala occidentale del castello, commissionata da Giovanni Battista Grimaldi III alla fine del ’700. È decorata a trompe l’oeil con l’aggiunta di stucchi policromi. Molto scenografico l’effetto prospettico di finestre, finte architetture, balaustre e cassettoni. Le cantine, maestose per le dimensioni, si trovano prevalentemente alla base dell’ala settecentesca: grandi volumi, archi a sesto acuto, mattoni a vista. Oggi fanno parte del circuito di visita.
La corte da accesso a diverse stanze, un tempo utilizzate come magazzini agricoli, sono oggi trasformate in appartamenti privati o B&B. Saliti sullo scalone in pietra di Langa, si accede al vasto salone luminoso, esposto a sud; su un lato, una piccola nicchia e un altare, zona devozionale del ‘700.
Alle pareti la riproduzione di alcuni personaggi tratti dalla cacciata dei Proci, affresco eseguito da Luca Cambiaso per il palazzo genovese dei Grimaldi, detto Palazzo della Meridiana. Tra i ritratti, Battista Grimaldi nelle sembianze di Ulisse. A seguire, un salotto e una sala da pranzo; completano il piano nobile gli appartamenti riservati alla famiglia dei proprietari. Altri piccoli appartamenti sono destinati agli ospiti, in B&B o ad uso turistico per soggiorni di charme. L’impianto del giardino risale alla metà del’ 700 quando Battista Grimaldi III, completata la maestosa facciata occidentale, ha deciso di ampliare lo spazio antistante al castello e di creare uno splendido belvedere sulla valle dell’Orba.
Recentemente restaurato, il giardino è diviso in 3 parti: il giardino all’italiana, il bosco o giardino romantico e il giardino segreto, o monastico medioevale.