La Volpe Savoiarda e l’Assedio di Torino Vittorio Amedeo II Re di Sardegna
La Volpe Savoiarda e l’Assedio di Torino
Vittorio Amedeo II Re di Sardegna
Carlo Emanuele II mori’ a poco piu’ di 40 anni il 12 Giugno 1675,e l’esuberante Giovanna Battista di Savoia Nemours,ultima del ramo di Filippo Senza Terra,e sua seconda moglie dopo la morte della Colombina d’Amore ,Francesca d’Orleans,divenne Reggente.
Cosi’ a Torino si aveva un principe fanciullo,Vittorio Amedeo II e nuovamente una Reggente francese,molto ligia alle indicazioni e determinazioni del re di Francia,Luigi XIV,il Re Sole.
E gli esempi fin dall’inizio,non mancano: nel 1677,un esercito francese attraversa il Piemonte senza autorizzazione,e cosi’ nel 1681 per le truppe che vanno ad occupare Casale,e nel 1682 con un corpo di cavalleria…
Essendosi ammalato il Duchino,la Duchessa si offri’ in moglie al Principe di Carignano,per averne dei figli e….continuare a regnare…
Progetto’ di sposare il Duca alla cugina del Portogallo,la figlia della sorella Maria Elisabetta,sposa di Alfonso VI del Portogallo….ma Vittorio Amedeo resistette all’intrigo,dicendosi ammalato,quando le navi portoghesi erano nel porto di Genova…
(Vi presento le Memorie manoscritte ed originali della Duchessa,con i termini dell’accordo che avrebbe dovuto regolare il matrimonio: sono datati 1679 !).
Nel 1684 non pote’ rifiutare la moglie impostagli dal Re Sole e dalla madre:Anna d’Orleans,che arrivo’ a Torino mentre la flotta francese bombardava Genova.
Fanciullo precoce ed intelligentissimo osservava cosa succedeva intorno a lui ,comprendeva che la madre era succube del ministro francese Louvois,inteso alla conquista silenziosa del Piemonte.
Il 14 Maggio 1680,raggiunti i 14 anni,fu proclamato maggiorenne,ma dovette pregare la madre di continuare nel Governo:cosi’ aveva dovuto fare suo padre con la madre Cristina,prima delle due Madame reali.
Rapporti tesi :non affetto ma repulsione,biasimo per certe decisioni:nel 1683 la Duchessa scriveva a Parigi ‘’ Melanconia triste,dissimulazione profonda,simpatia per gente bassa con cui passa la giornata:si informa di tutto di nascosto e vi costruisce ragionamenti’’.
Il 14 Marzo del 1684,il Duca,recatosi a Rivoli emano’ un proclama che annunciava ai sudditi di aver assunto il potere: congedata la madre,senza ‘’remerciements’’,licenziate le sue persone fidate,richiamo’ in servizio il Parella ,il Pianezza,il Druent,ed inizio’ il governo.
A 18 anni,scrisse un ‘’Memoire pour le gouvernement de mon Etat’’ che passa in rassegna,senza fronzoli ma analiticamente tutto l’ordinamento dello Stato,indicandone soluzioni che stupiscono per la loro modernita’.
‘’Unificare le amministrazioni,aumentare i redditi,diminuire le spese superflue,recuperare i beni demaniali perduti o alienati,riorganizzare le gabelle,eliminare le frodi…’’
Ridusse drasticamente le cariche di corte,di cui diceva che la meta’ era inutile,criticava e implacabilmente eliminava tutto il fasto esteriore che non corrispondeva ad una solida ‘’grandeur’’,deplorava lo sperpero dell’ava,Cristina di Francia, e della madre.La sua attenzione si focalizzo’ sull’esercito,imponendo una rigida disciplina ed il rispetto del grado,non del rango di nobilta’: il che in quei tempi era una vera rivoluzione…
Per la giustizia,un codice nuovo,pene gravi ma rapidita’ di processi….
Era da ammirare la lucida visione dei problemi politici e la freddezza con cui parlava dei governi e della Curia romana.
Le riunioni dei Consigli erano lungo la settimana:al lunedi’,le Finanze,al martedi’,il Consiglio di Guerra,al mercoledi’ il Consiglio di Stato,al Giovedi’,il Consiglio di Giustizia,al venerdi’gli Esteri : i ministri avrebbero riferito ed il Duca avrebbe deciso da sé.
Vediamo rapidamente i fatti salienti del suo regno,concentrandoci su tre eventi:l’Assedio di Torino ,la corona Reale e l’Abdicazione a favore del figlio.
A vent’anni il Duca aveva al suo passivo la persecuzione dei valdesi,impostagli dal potente zio di Parigi,che aveva revocato l’Editto di Nantes:Vittorio Amedeo ubbidi’ e si riscatto’ piu’ tardi della non lodevole impresa.
Poi nonostante la parentela,visto che Parigi non concedeva nulla,volse lo sguardo a Vienna.
La ribellione allo zio non ebbe fortuna e fu sconfitto dal Catinat (aveva 24 anni) a Staffarda,il 18 Agosto 1690: e’ del 1691,l’episodio di Carmagnola,recuperata dai francesi,quando,in cospetto alle spaventose condizioni del popolo,spezzo’ il Collare dell’Annunziata che gli pendeva dal collo,lo distribui’ ed utilizzo’ anche le somme destinate alle paghe degli ufficiali.
Nel 1692,i confederati,si tratta della famosa Lega di Augusta,invasero il Delfinato e la Provenza ,ed alla campagna partecipo’ pure il Duca che fu pero’ colpito dal vaiolo e ridotto in fin di vita:non avendo ancora avuto prole maschile da Anna d’Orleans,si predispose addirittura la successione,con un bambino di 7 anni:Emanuele di Carignano,figlio del Principe Eugenio:ma il Duca si riprese e rientro’ a Torino.
Dopo un ulteriore sconfitta del 1693,riapri’ le trattative con Parigi,nel tentativo di liberare Pinerolo:anche perche’ austriaci,spagnoli ed olandesi non volevano continuare la campagna d’Italia.
La Duchessa Anna ebbe due aborti e poi due femmine,mentre il Duca vedeva nascere un maschio dalla sua relazione con la marchesa di Verrua.
Finalmente nel 1699,aveva 33 anni,nacque il Principe Ereditario,Vittorio Filippo.
Purtroppo mori’ giovinetto,ed il padre lo pianse a lungo: era risoluto,audace,scattante,buon parlatore :l’antitesi dell’altro fratello nato in seguito: Carlo Emanuele.
Un temporale si profilava ad occidente,per la sucessione di Spagna,coinvolgendo Olanda,Inghilterra,Austria, e Francia, e…..il piccolo Piemonte.
Il temporale scoppio’ nel 1703,tre anni dopo la scomparsa di Carlo III di Spagna ,con la scoperta di una trattativa segreta tra Piemonte ed Austria,e Vittorio Amedeo dovette ancora una volta saltare il fosso e passare dalla parte dell’Imperatore d’Austria,affrontando l’ira dello zio di Francia: Dal settembre di quell’anno al settembre del 1706,Vittorio Amedeo visse il momento piu’ avventuroso della sua vita:di fronte al colosso francese,il subalpino , (la volpe contro l’elefante) seppe coinvolgere tutta Europa ed alla fine uscirne vittorioso!
Quando si dice che Vittorio Amedeo fu la ‘’Volpe Savoiarda’’,in realta’ di da’ una cornice ad un personaggio coraggioso,ma che ‘’vaso di creta tra vasi di ferro’’dovette tutta la vita barcamenare la propria indipendenza ed il tentativo di aumentare il proprio territorio,tra Francia de Austria,entrando poi anche nell’agone europeo che coinvolse Olanda ed Inghilterra al momento della successione di Carlo III di Spagna.
E l’Inghilterra,amica ai tempi della regina Anna,favorevole alla assegnazione a Vittorio Amedeo della corona reale di Sicilia,in cambio interessato che le permettesse di farne una base navale inglese nel mediterraneo, passo’ sull’altro versante politico ,morta Anna,costringendo Vittorio Amedeo a rinunciare alla Sicilia ed accontentarsi,e fu sorte,della povera economicamente Sardegna.
Ed e’ di quel periodo la sorpresa militare nella quale i francesi disarmarono le truppe sabaude loro alleate a San Benedetto: siamo al 21 agosto 1703.
Ed il Duca…..manda ad arrestare nei loro palazzi ,gli Ambasciatori di Spagna e di Francia ,tenendoli ostaggi come garanzia per la futura liberazione delle sue truppe.
Raccontano le cronache che i due Ambasciatori si trovavano insieme nel Palazzo d’Ormea,in Via Arsenale,e che reagirono a parole violentemente,insultando il Duca….il quale per risposta, mando’ ad arrestare e portare in cittadella tutti i cittadini francesi abitanti a Torino…
Gli storici francesi dell’epoca,il Haussonville ed il Saint-Beuve,hanno giustificato incredibilmente Vittorio Amedeo,che da un lato aveva dimostrato una ‘’duplicitè’’e ‘’conduite astucieuse’’,ma che ci era stato tirato per i capelli dall’abuso della forza da parte del re Sole.
E’ interessante cercare di capire da dove era uscita la notizia che aveva portato i francesi a disarmare di sorpresa le truppe sabaude: abbiamo visto che il Duca non si fidava ne confidava,con la madre,o con la moglie,legate alla Francia…ed allora?
Uno storico piemontese,il Carlo Contessa,sostiene che l’indiscrezione fu austriaca,per porre il Duca davanti al fatto compiuto ed impedirgli un eventuale ennesima giravolta in lato francese.
Il quale Duca,nel frattempo impegna tutte le gioie della corona ed i vasellami di Palazzo reale,per far denaro per il pagamento delle truppe.
Nel 1703 il Duca aveva ricevuto un aiuto di 14 mila imperiali,e non aveva visto invaso il suo territorio,perche’ il generalissimo francese,il Vendòme,aveva dovuto rinviare il passaggio del Po e della Sesia all’anno successivo:pensava di riuscirci nel 1704,ma non aveva fatto i conti con i difensori di Verrua e con l’irriducibile Vittorio Amedeo.
1704: un anno difficile! Il Duca avuto sentore del tentativo di accerchiamento del Vendòme,usci’ dalla citta’ (che non doveva rivedere per 11 mesi) e con la cavalleria si mette a battere la campagna,con attacchi fulminei e ritirate contro i corpi francesi.
Visita il forte di Verrua e provvede a rinforzare le linee di difesa,chiama una leva in Piemonte di duemila uomini,accompagna lo scambio di prigionieri:da parte piemontese furono restituiti:
1 generale,67 ufficiali e 357 uomini.I francesi,liberarono 1 Maresciallo di Campo,46 ufficiali e 616 uomini.
Nel movimento di truppe,sabaude ed imperiali verso Crescentino,i francesi catturano il Generale Vaubonne,che comandava la cavalleria di retroguardia e per poco,il Duca : se fosse avvenuto la storia avrebbe registrato un altro cammino…
Intanto il Re Sole,dispone che il maresciallo Le Feuillade scenda con una armata dal Monginevro,investendo Susa,mentre il Vendòme passa il Po: purtroppo a Susa ,un pavido Governatore,il conte Paolo Emilio Caron,in urto con il comandante del forte,il Cavaliere Giuseppe T.Bernardi, in dieci giorni si arrende aprendo la strada ai francesi,i quali ben felici della debole resistenza permettono alle truppe di uscire dal forte con l’onore delle armi e scendere verso Torino.
Il Duca,furioso,convoco’ la corte marziale che condanno’ i due alla decapitazione.La sentenza determino’ malumore in citta’:la moglie disperata del Bernardi si reco’ dal Comandante della Piazza,il conte di Starhemberg,con lettere della Duchessa madre,chiedendo la grazia: a malincuore il Duca la concesse,ma volle che fosse all’ultimo minuto,sul palco montato con il boia,i tamburi ed il Bernardi sul luogo del supplizio.
Il confortatore,era il Beato Valfre’.
E dopo soli un mese e mezzo,cadeva Vercelli,ed il Duca,angosciato,scriveva al Principe Eugenio ‘’ Ho ragione di tutto temere ,dopo le deboli prove di valore e fedelta’ degli ufficiali piemontesi:tutta la mia fiducia e’ ora posta nelle truppe dell’Imperatore’’.
Dopo Vercelli,cadde Ivrea,questa dovette cedere alla forza di 37 battaglioni e 59 squadroni di cavalieri contro soli tre mila piemontesi.
Il forte di Bard,affidato al comando di uno svizzero e praticamente imprendibile,si arrese senza sparare un colpo ,ed il comandante,Colonnello Reding,fu dal Vendome assunto come…Maresciallo di Campo….
Povero Duca…..
Le cadute di Susa,Ivrea,Vercelli e Bard in cinque mesi,erano un bilancio fallimentare:restava Verrua come ultima speranza.
Il forte,contro ogni previsione,resiste eroicamente ben sei mesi,ed il Vendòme non puo’ passare ilPo.
Costantino Nigra,nei suoi’’Canti Popolari del Piemonte’’scrisse alcuni versi:
Castello de Verùa
S’a l’è tan bin piantà
Piantà su cùle roche
Ch’a i passa ‘Po da là
La bela a la finestra
An bass l’là risguardà:
L’ha vist veni’na barca
Carià de gente armà
La bela tira na pera
La l’è sparfundà
Na fùssa de cula pera
Verrua saria pià
Saria pià Verrua
Castel de Munferà.
Durante l’assedio il Duca sollecita invano Vienna per anticipare l’intervento del Principe Eugenio,l’Imperatore si preoccupava piu’del Reno che del Po,e Vittorio Amedeo continuava ad essere solo.
Solo dopo una strenua resistenza,il comandante del forte,Colonnello Fresen,si arrendeva il 9 Marzo del 1705 con gli ultimi 1250 uomini che gli erano rimasti.
La lettera con la quale informo’ il Duca,diceva ‘’Monsignore,con le lacrime agli occhi notifico che ho arresa Verrua per mancanza assoluta di viveri :mi chiusi nel mastio e diedi fuoco a tutte le mine ,quantunque Monsignor Vendòme mi avesse minacciato di negarci quartiere se io avessi fatto saltare le mura…’’
Verrua,salvo’ il Ducato di Savoia ,bloccando i gallo-ispani per sei mesi,con la perdita di 6 generali,547 uffciali,30 ingegneri e ben 12 mila soldati….il Duca ormai non disponeva pero’ di piu’ di tremila soldati al campo….
Intanto cadeva Nizza ed agonizzava il forte di Montmèlian.
Il Vendòme,aggirando la forte piazza di Chivasso,che il Duca aveva fortificato,pose l’assedio a Torino,mentre il Principe Eugenio,purtroppo,non riusciva a superare il Mincio.
Sarebbe interessante avere la possibilita’ di studiare le geniali difese di Chivasso,costruite dal Bertola,grande ingegnere militare piemontese:riusci’ a costruire una strada coperta Duomo-riva del Po,che consenti’ alle truppe austro-piemontesi di sganciarsi dal nemico.
Intanto la resistenza di Verrua,aveva anche il risultato di…riaprire la borsa degli Olandesi,piuttosto sconcertati dalle tante fortezze cadute,e questo sollevava il tesoro ormai esausto del Duca.
Nel frattempo,commettendo un grande errore,il Maresciallo de La Feuillade,si ritira a Venaria
attendendo rinforzi dalla Francia ed il Duca,secondo lo spirito dei tempi,gli manda in omaggio essenze e rinfreschi,considerandolo suo ospite…
Luigi XIV abbandonato il tentativo di sorprendere Torino,dispose che tutto il Piemonte venisse occupato,isolando la capitale.
Il Vendome a nord del Po,il La Feuillade a sud,il Tessè in Savoia.
Vittorio Amedeo ,fatto esperto,evito’ battaglie campali,attendendo l’arrivo degli imperiali in forze.
Il 17 dicembre,dopo ben due anni di assedio,capitolava l’eroica Montmèlian, il 1706,vedeva su Torino il La Feuillade con 44 mila uomini,110 cannoni ,60 mortai,48 ingegneri.
Torino resisteva con continue sortite,mentre il Duca,dalla collina effettuava puntate alle spalle dei francesi:finalmente il Luglio il Principe Eugenio riusci’ a passare l’Adige, e scese sotto il Po,in marcia per Torino.
Torino era agli estremi.Il 26 Agosto c’era stato un violentissimo attacco,il 29,un minatore,Pietro Micca,detto Pasapertut,salvo’ la cittadella da una invasione sotterranea,facendo saltare la galleria e sacrificandosi per la salvezza di Torino.
Il 2 Settembre,il Principe Eugenio ed il Duca Vittorio Amedeo dalla vetta di Superga studiavano il piano di battaglia:i comandanti francesi,ripetendo l’errore di Francesco I a Pavia,rimasero fermi nelle trincee e furono travolti.
La Basilica di Superga ricorda da piu’ di due secoli la giornata del 7 settembre 1706.
Luigi XIV ritiro’ tutte le sue forze dall’Italia con la convenzione del 1707.Il Duca attacco’ tutte le fortezze delle alpi:Fenestrelle,Exilles, Perosa,per creare una linea di difesa alpina.
Gli Stati Generali di Olanda convocarono un congresso di pace ad Utrecht il 12 gennaio 1712,che inizio’ in verita’ il 29 del mese: grande l’astio dei piccoli Principi italiani,di Venezia,e Firenze, e Farnese,ed Este,rimasti fuori del Congresso,furiosi con la delegazione piemontese: ma Vittorio Amedeo combatteva da 20 anni,mentre gli altri stavano a guardare attendendo di inchinarsi al vincitore…
Molte combinazioni vennero ventilate,addirittura il regno di Spagna per Vittorio Amedeo,con l’appoggio della Inghilterra: comunque alla fine,causa i lutti della casa di Borbone ,che rimaneva rappresentata da un bambino di due anni,il Duca d’Angio’,il 22 agosto,dopo la rinuncia alla Sicilia di Filippo V,questa fu data al Duca Vittorio Amedeo: finalmente la corona regia appariva sullo stemma di Savoia!
Lo Stato Sabaudo usciva dal grande conflitto europeo ingrandito moralmente e territorialmente:recuperata la Savoia,Nizza,privato solo di Barcellonetta,ad oriente annetteva la Valsesia,la Lomellina,parte del Monferrato,di Alessandria e Valenza:terre ricche economicamente.Solo la mancanza del Novarese e della Valle d’Ossola,toglieva sicurezza alla linea del confine.
Il titolo Regio,poneva i Savoia al di sopra di tutti i piccoli medi Principi italiani ,in diritto come nella realta’.
Vittorio Amedeo assunse solennemente il titolo di Re di Sicilia, a Torino il 22 settembre 1713,e da Nizza parti’ per Palermo,con un corpo di 6 mila fanti per occupare le fortezze:ricuso’ una offerta di inglese,di altri 4 mila,perche’ sarebbe sembrato una forma velata di protettorato.
A Vienna ed a Londra,i nuovi sovrani,per motivi diversi erano fieri avversari del Piemonte: a Londra,era salito al trono ,dopo la morte della regina Anna,Giorgio d’Hannover,legato agli Asburgo ; a Vienna,l’Imperatore Carlo VI arrivo’ al punto di far espellere i diplomatici piemontesi che dovevano comunicare alla Dieta,l’ascensione al trono di Sicilia.
Sicuro dalla parte francese,dove scomparso Luigi XIV era salito al trono come Luigi XV un bambino di soli 5 anni,che avrebbe a lungo avuto come tutore il Duca d’Orleans,di scarsa capacita’ e prestigio,l’Imperatore si preparava ad invadere il Piemonte,con un corpo di 30 mila uomini da Tortona,intanto che si preparava uno sbarco in Sicilia: un accordo di lega difensiva con l’Inghilterra che temeva un tentativo francese per ristabilire gli Stuart,copriva le spalle all’Imperatore,ormai libero di attaccare il Piemonte.
Da Madrid,la nuova Regina Elisabetta ed il Ministro Alberini,cospiravano per riprendere in Italia le vecchie posizioni,a danno di Austria e Piemonte.
Il 1 Luglio del 1718,truppe spagnole sbarcavano a Palermo:la reazione europea fu immediata:l’Imperatore ebbe la Sicilia e Vittorio Amedeo la Sardegna,;Filippo V ottenne per i figli natigli da Elisabetta Farnese, i Ducati di Parma,Piacenza e la Toscana;La flotta inglese ebbe l’incarico di ’’gendarme’’ per effettuare queste decisioni.
Vittorio Amedeo,si batte’ per avere i ducati e la Toscana,con il titolo di Re di Liguria,ma dovette rassegnarsi ad accettare la Sardegna.Il 8 Novembre firmo’ la transazione.Solo nel 1719 la Spagna accetto’ la decisione della quadruplice alleanza.
Ora in Torino si radicarono profondamente i sentimenti antiaustriaci :il nemico piu’ pericoloso per il Piemonte era l’Austria.
Vittorio Amedeo trovo’ poca gioia in famiglia:Anna d’Orleans venne a Torino a 14 anni,ed il Duca ne aveva 19.Pare che avesse un temperamento affettuoso,e che stento’ ad assuefarsi con la ruvidezza di Vittorio Amedeo : tra l’altro pare che la ruvidezza del Duca non fosse giustificata e che Anna mai si intromise in affari politici.
Ebbero tre femmine nell’1685,87,ed 88.
Verso il 1688,la donna fatale entro’ nel cuore del Duca: Giovanna di Luynes,sposa del conte di Verrua.Il Verrua,meno spiritoso del marchese di Montespan,marito della favorita di Luigi XVI,si ritirò a Parigi con i figli..Da Giovanna ebbe due figli,Vittoria e Vittorio Francesco,che riconobbe e ricevettero il titolo di marchese e marchesa di Susa .La Verrua divenne la spia del re di Francia,poi nel 1700,temendo di essere scoperta,fuggi in Francia,mascherata da uomo,portando con se la collezione di arte raccolta con i fondi del Duca,e lasciandogli i figli.
Si rinsaldarono i rapporti con la Duchessa che lo curò con amore quando si ammalò di vaiolo.Nacque nel 1699,Vittorio Amedeo Principe di Piemonte,nel 1701, Carlo Emanuele,nel 1705 Emanuele Filiberto.
La morte falcidiò la famiglia ducale,ultimo Vittorio Amedeo nel 1715: le speranze del Ducato furono affidate al solo Carlo Emanuele,che il padre chiamava Carlin.
Abbiamo detto all’inizio di questo saggio,che il Duca già in giovane età ,aveva ben chiare le norme e le concezioni che voleva applicare allo Stato ed il progetto fu portato avanti : nessun sovrano europeo era servito cosi’ a buon prezzo e con tanta fedeltà : modeste le retribuzioni,precisati gli organici,sincerità nei preventivi,premi ai meritevoli. Già nel 1698 aveva iniziato il Catasto generale e nel 1730,l’opera gigantesca era compiuta.Si era instaurata una giustizia tributaria.
Tralasciamo il capitolo interessante che potremmo scrivere sui rapporti con il Clero,soprattutto la questione dell’immunità dai tributi statali.Per anni a Torino non ci fu il Nunzio,fu espulso senza preoccuparsi di interdetti o scomuniche.Solo nel 1726,il più abile dei suoi Ministri, l’Ormea, concordò con la S.Sede un accordo,che fu firmato dal Papa Benedetto XII.
Nel 1713 convocò a Rivoli i grandi dello Stato e comunicò che abdicava in favore del figlio Carlo Emanuele: e qui inizia il periodo più angoscioso della sua vita.
Nel suo concetto,Carlin non aveva le qualità del fratello scomparso,per cui,lui,il Duca,si ritirava per poterlo assistere con il consiglio della sua esperienza. Si sarebbe ritirato in Savoia,a Chambèry,dove avrebbe trovato la pace dell’anima e la quiete delle passioni.
Per la sua abdicazione chiese al Casotti,Presidente del Senato,di usare come traccia la abdicazione di Carlo V.
Il 12 Agosto,(era rimasto vedovo),nella sua cappella privata, sposo’ Anna Teresa Canalis di Cumiana,vedova del conte Novarina di S.Sebastiano dama d’onore a corte e madre del futuro eroe della battaglia dell’Assietta.
Il matrimonio segreto,tale rimase fino alla abdicazione del Settembre.
Rifiutò il titolo di re,che gli si voleva conservare e chiese che semplicemente sulle lettere si scrivesse ’’Vittorio di Savoia’’.
Alle comunicazioni devote che il figlio mandava da Torino,rispondeva con sollecitudine paterna:ma iniziò la tensione con il Ministro d’Ormea: questi dirigeva il Re Carlo Emanuele,ma non Vittorio Amedeo.
La tensione fu crescendo e si diceva che il Re era a Torino,ma chi muoveva le marionette era a Chambery. Il 22 Agosto Vittorio Amedeo fu a Torino,precisamente a Moncalieri.Il marchese di Ormea convinse Carlo Emanuele del pericolo che Vittorio Amedeo lo facesse imprigionare guidando un colpo di stato,e porgendogli una penna per firmare l’ordine di arresto,pronunciò la famosa frase ’’Maesta’,ci va della vita e dell’onore di tutti’’.I’Arcivescovo di Torino,Arborio Gattinara lo appoggiò. Il vecchio Re,fu arrestato e portato al castello di Rivoli,la marchesa di Spigno al Castello di Ceva.Non furono trovate carte o documenti su nessun complotto e l’unica cosa che fu trovata,furono 600 libbre di….cioccolato in un cofano.
Mori’ il 31 Ottobre 1732,nel Castello di Moncalieri,dove era ritornato il 10 Aprile,e la marchesa di Spigno fu mandata al Monastero di San Giuseppe a Carignano.
Il D’Ormea e la Regina Polissena,impedirono a Carlo Emanuele di rivedere il padre che avrebbe desiderato vederlo per l’ultima volta: fu una pagina molto triste nella storia della dinastia.
Carlo Emanuele III era nelle mani del Ministro d’Ormea…..ma questa è già un’altra storia.
Giuseppe Lantermo di Montelupo.