Panaria Film

La Panària Film nasce nel 1946 dall’iniziativa di Francesco Alliata e può considerarsi la casa di produzione cinematografica in assoluto più importante della Sicilia. Nello stesso anno Francesco Alliata effettuò le prime riprese subacquee in mare aperto con una cinepresa professionale 35mm.

L’invenzione di queste tecniche pionieristiche diede grande impulso al documentario italiano. Infatti, con la Panària Film Francesco Alliata, che era stato cineoperatore per l’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, documentando momenti storici come il bombardamento del Duomo di Messina, produsse e realizzò circa una trentina di documentari e anche sette film a soggetto. Tra questi, nel 1952, quello che molti considerano uno dei capolavori della cinematografia mondiale, La Carrozza d’Oro di Jean Renoir, considerato da Truffault il capolavoro della cinematografia mondiale, protagoniste una sbalorditiva Anna Magnani e una sontuosa carrozza, quella dei principi di Butera, oggi esposta al Palazzo Reale di Palermo.

Per il suo contributo alla storia del cinema Francesco Alliata è stato omaggiato al Tribeca Film Festival 2004 da Robert De Niro e Martin Scorsese; il suo ruolo di pioniere della cinematografia è raccontato da cinque libri, sei tesi di laurea, centinaia di articoli, tre documentari, presentati all’ultimo Prix Italia di Catania e un video dell’artista Desideria Burgio presentato alla Biennale di Venezia. Sulle immagini dei documentari della Panaria Film il compositore Massimo Cavallaro ha costruito un concerto multimediale per sax, clarinetto, batteria e percussioni che, da TaoArte, ha raggiunto le sale concertistiche di tutta Europa. Il libro di memorie di Francesco Alliata “Il Mediterraneo era il mio regno” (Neri Pozza) è uscito con grande successo di critica e di pubblico a po- chi giorni dalla sua scomparsa, avvenuta il 1° luglio 2015 Da: http://www.villavalguarnera.com/panaria-film/ La Panaria Film presenta…
Un tuffo nella storia della cinematografia subacquea attraverso le riprese della casa siciliana. Anni ’50, pellicole d’epoca raccontano di fondali ancora vergini, fauna marina in equilibrio, paesaggi ancora intatti…sono le prime riprese sottomarine della storia del cinema. I fondatori della Panaria Film realizzarono il sogno di mostrare a chi rimaneva in superficie lo splendido mondo degli abissi. Inizialmente si servirono di strumenti rudimentali e artigianali con i quali si immergevano in apnea rischiando la vita per pochi secondi di ripresa. Nel tempo affinarono le tecniche, e del loro contributo, divenuto ormai professionale, si servì il regista Dieterle per girare alcune scene di Vulcano, un cult del 1950 con Anna Magnani e Rossano Brazzi. Affascinanti sono le riprese dei documentari Scilla e Cariddi e Tonnara, premiati ai Festival di Venezia ed Edimburgo nel 1948 e nel 1950.

Diversi cortometraggi d’epoca narrano alcuni brani di paesaggio e di vita siciliana di metà secolo scorso, quando le tonnare erano ancora in funzione e sulla mattanza si reggeva gran parte dell’economia isolana, quando le Eolie si presentavano ancora come luoghi affascinanti e selvaggi, quasi mitici, dove i cibi venivano ancora cotti coi vapori delle solfatare. “Con i miei amici e soci della Panaria” racconta Alliata “effettuammo le nostre documentazioni cinematografiche in Sicilia dal 1946 al 1956 per il piacere di far conoscere agli italiani e a tanti stranieri la vita della nostra gente e le nostre secolari o millenarie attività: dalla tonnara al pescespada, all’opera dei pupi, alle miniere, alle attività Eoliane, e così via.”
Da Infoeonline

Francesco Alliata di Villafranca Il principe Francesco Alliata nasce a Palermo, da Gabriele Alliata Bazan e Vittoria San Martino (figlia dello storico Francesco San Martino e De Spucches, Duca di Santo Stefano e Nobile della famiglia dei Principi San Martino Pardo), XIV Principe di Villafranca e del Sacro Romano Impero, Altezza Serenissima, Grande di Spagna di prima classe (investito nel 1978), Duca di Salaparuta, Principe di Valguarnera e di Montereale, di Ucria, Trecastagni, Buccheri, Castrorao e Saponara. Tra i suoi titoli, anche quello di Primo Corriere Maggiore ereditario del Regno di Sicilia e cavaliere di Malta. Dopo gli studi di giurisprudenza a Palermo, durante i quali partecipa al G.U.F. studentesco, insieme al cugino Quintino di Napoli e agli amici Giovanni Mazza, Pietro Moncada di Paternò, Renzino Renzo Avanzo, Fosco Maraini, decide di realizzare una serie di cortometraggi subacquei nelle isole Eolie, primi nel loro genere in Italia, con attrezzature reperite negli Stati Uniti. In seguito, grazie all’interessamento dello stesso Roberto Rossellini, fondano la Panaria Film, che produrrà tra gli altri il film Vulcano con Anna Magnani e La carrozza d’oro di Jean Renoir. Quei documentari restano tutt’oggi opere di immenso valore, e l’avventura di quei quattro intraprendenti ragazzi ha segnato, seppure per poco, una delle pagine più belle del cinema italiano. Dopo la chiusura della Panaria, si è dedicato all’attività imprenditoriale, producendo gelati e sorbetti siciliani, con il marchio di famiglia “XIV Duca di Salaparuta”. Dal matrimonio con Teresa Correale di Santacroce ha avuto Vittoria Alliata di Villafranca, scrittrice e grande studiosa del mondo arabo. Francesco Alliata si è spento a Villa Valguarnera il 1° Luglio 2015 all’età di 95 anni.

Cacciatori sottomarini di Francesco Alliata/Renzo Avanzo/Quintino di Napoli – (I 1946, 12’, b/n) – I ragazzi della Panaria di Nello Correale (I 2005, 52’, b/n) In collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino Furono le prime immagini professionali girate in mare aperto, nell’anno 1946. Mezzo secolo più tardi, nel 1995, la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico ripescò dall’oblio quel prezioso documento e lo ripropose al pubblico per omaggiare la nascita della cinematografia subacquea, lanciata nel secondo dopoguerra dai giovani fondatori della pionieristica casa di produzione palermitana “Panaria Film”. I tre giovani aristocratici siciliani reduci dalla guerra – Francesco Alliata di Villafranca, Pietro Moncada di Paternò e Quintino di Napoli – e un veneto, Renzo Avanzo, aprirono un nuovo percorso e diedero il primo impulso alla cinematografia subacquea. Fra il 1945 e il 1946 i giovani sub, attrezzati di sole maschere e pinne, ma pervasi dall’entusiasmo per la recente scoperta di quel mondo sottomarino, decisero di far conoscere quell’universo ancora inesplorato a tutta l’umanità attraverso la macchina cinematografica. Accertato che nulla di professionale era stato realizzato fino ad allora, che non esisteva alcun tipo di cinepresa adatta a ciò, né amatoriale (8 e 16 mm), né professionale (35 mm), che non esisteva alcuna esperienza umana di vita sottomarina senza scafandro, che non si sapeva se la pellicola si sarebbe impressionata, essi costruirono personalmente tutto il necessario per immortalare sulla pellicola il “cacciatore sottomarino” mentre infilza il pesce con il tridente del suo fucilino a molla, o i tonni che si dibattono nella “camera della morte” della tonnara, o l’imprendibile pescespada, saettante nello Stretto di Messina.

E, in seguito, anche tutte le apparecchiature e protezioni, così avveniristiche per quegli anni, che consentirono le immersioni di lunga durata per le riprese delle sequenze recitate da attori subacquei del film “Vulcano” nel relitto della nave Velino affondata nello Stretto. Nel frattempo, il gruppetto dei “Ragazzi della Panaria”, aveva realizzato la prima Guida subacquea delle Isole Eolie e, con la partecipazione di altri conterranei, aveva fondato il primo club subacqueo al mondo: il Circolo Siciliano Cacciatori Sottomarini, attivo dal 1947 a Ustica e Rinella (l’isola di Salina).
La pionieristica casa di produzione fondata dal gruppo, la “Panaria Film” – la più importante della Sicilia, di sede a Palermo dal 1946 al 1956 in via Bandiera – realizzò anche il primo film subacqueo a colori (in Technicolor), “Sesto continente”, che rappresentò il trampolino di lancio del giovane talentuoso Folco Quilici. Così come avvenne per un altro fuoriclasse, stavolta nel mondo della musica, Domenico Modugno, con il successivo film del gruppo: “Vacanze d’amore”. La Panaria realizzò inoltre due grandi produzioni con Anna Magnani come protagonista: “Vulcano”, appunto, diretto da William Mieterle – che con “La guerra dei vulcani” creò il più grande “scandalo” della storia della cinematografia mondiale – e la “Carrozza d’oro”, il primo Technicolor europeo, ritenuto il capolavoro del grande Jean Renoir a cui fu affidata la regia. Anche la produzione di questo film rappresentò un fatto unico nella storia del cinema mondiale, perché realizzata in contemporanea e negli stessi teatri di posa di Cinecittà con altri due film prodotti dalla stessa Panaria: tre film girati ad incastro fra loro.

TONNARA Riprese della millenaria tradizione siciliana di pesca degli enormi tonni del Mediterraneo, la cui fase più nota e brutale è la ‘mattanza’, il momento finale in cui avviene l’epica battaglia tra l’uomo e l’animale, in una cornice resa allucinante e assordante da urla e frastuoni di morte registrate su uno dei primi magnetofoni a filo prodotto dalla stessa Panaria.

VULCANO Maddalena ritorna alla natia isola di Vulcano dopo parecchi anni, rimpatriata dalla Questura di Napoli. È ancora giovane e bella, ma tutti la evitano perché non gode di buona reputazione. Soltanto la sorella Maria, ch’ella aveva lasciato bambina, l’accoglie affettuosamente. Quando nell’isola arriva Donato, un palombaro che fa la corte a Maria, questa gradisce le sue premure malgrado i consigli di Maddalena che diffida di lui. Donato, infatti, è un tipo losco, che ha vari scontri con un altro malvivente, tale Alvaro, e finirà per ucciderlo in fondo al mare. Per salvare la sorella, Maddalena ricorre ad un mezzo estremo: si offre a Donato. Ma il sacrificio è inutile, perché Maria le si ribella, credendola veramente una rivale. Allora Maddalena decide di sopprimere Donato togliendogli l’aria mentre è immerso in mare. Nelle tasche del morto si trova poi la prova della sua intenzione di avviare Maria alla prostituzione. Frattanto un’eruzione sconvolge l’isola: mentre tutti fuggono, Maddalena si lascia seppellire dalle mura che crollano. Gli esterni furono girati nell’isola di salina mentre Rossellini – che aveva appena lasciato la Magnani per la Bergman – girava con lei il film ‘Stromboli terra di dio’ nell’isola omonima. I dialoghi furono tradotti in inglese da Erskine Caldwell, le riprese subacquee – eccezionali per il tempo – sono di Fosco Maraini e Francesco Alliata. assistente operatore Marcello Gatti.