L’ARALDICA DEL PENNINO L’ARALDICA DEL PENNINO L’ARALDICA DELLO SCALPELLO L’ARALDICA DEL PENNE L’ARALDICA DEL PENNE EL PENNELLO

Il punto sulle fonti araldiche torinesi in un ciclo di tre giornate di studio ottobre 2009 novembre 2010 novembre 2011

 

Premessa: la nascita dell’araldica L’Araldica è la scienza che studia gli stemmi, che insegna a descriverli in termini appropriati; è l’arte che ne disciplina l’uso, la forma, le figure e gli ornamenti.

La parola deriva dal termine araldo. Le figure sono anche dette pezze perché agli albori dell’araldica l’insegna sugli scudi veniva realizzata incollandovi delle stoffe colorate, che ne formavano il disegno.
L’uso dello stemma, detto anche insegna o arma, è di origine antichissima, risalendo al periodo greco e romano; esso ha però assunto il suo significato d’identificazione individuale, poi anche familiare, solo nel periodo degli imperatori carolingi e con la nascita della cavalleria, e si è quindi rapidamente diffuso in tutta Europa.

In guerra l’insegna permetteva di riconoscere i combattenti essendo questi chiusi in armature pressoché identiche, mentre in pace permetteva di riconoscere i partecipanti ai tornei (insegne gentilizie). Essa inoltre identificava anche le provincie dell’impero, le città del periodo comunale, gli ecclesiastici (dal papa in giù), le confraternite e gli ordini cavallereschi, le signorie, le associazioni di lavoro come le arti e le gilde.

Ancora oggi i corpi L’ARALDICA DEL PENNELLO !!!!!!!!!!!!!!!!! 2 degli eserciti di tutto il mondo, i comuni, le provincie e gli ordini cavallereschi rimasti (in t utte le nazioni) hanno proprie insegn e caratteristiche che li rappresentano.
Di derivazione araldica si possono dire anche i marchi ed i loghi che caratterizzano industrie, attività, fabbriche dei nostri giorni. Regole fisse e particolari si consolidarono, ad opera degli araldi, a partire dal XIV secolo.

Gli araldi erano coloro che componevano le insegne di tutti i tipi, che le studiavano e che severamente controllavano la proprietà delle attribuzioni individuali o familiari quali titoli, predicati ed insegne. La cosa non era affatto un gioco al servizio della vanità, anche se poi, a partire dal XVII sec, lo spagnolismo imperante in Europa finì con il corromperne in parte la serietà degli intenti.

Infatti, sino al secolo scorso, in tutto il mondo civile, l’attribuzione delle cariche amministrative, giudiziarie, militari ed ecclesiastiche è stata appannaggio precipuo della nobiltà, sia la vecchia nobiltà feudale che l’aristocrazia cittadina, cioè la nobiltà “popolare”.
Per accedervi era necessario che gli araldi controllassero e dimostrassero alla comunità, attraverso lo studio delle genealogie e delle insegne degli eligendi, l’originalità e la pertinenza dei titoli e dei predicati. Appropriarsi indebitamente di cognomi, ascendenze o insegne altrui, era considerato un vero e proprio reato, e come tale veniva punito; un titolo ed un predicato nobiliare, per essere portabile, doveva sempre essere controllato ed accettato. Non è forse questo il regime che oggi gestisce i marchi delle industrie? L’araldica: perché oggi L’araldica è una materia multiforme, in quanto essa è allo stesso tempo scienza e arte.

Come scienza, l’araldica è uno strumento ausiliario della storia, poiché attraverso la “scienza del blasone” non solo è possibile riconoscere persone fisiche e giuridiche di cui lo stemma costituisce, come disse il Conte Giuseppe Dalla Torre, una sorta di “cognome figurato”, ma spesso si riescono anche ad apprendere, attraverso l’analisi degli elementi presenti dentro e fuori lo scudo, importanti informazioni su coloro ai quali lo stemma si riferisce. E’ così è sempre un importante ausilio lo studio dei blasoni posti su documenti d’archivio, su antichi manoscritti, su sigilli, ceralacche, ecc.
Ma l’araldica è anche scienza ausiliaria dell’arte, nelle sue manifestazioni pittoriche ed architettoniche: uno stemma posto in un angolo di un quadro o su una facciata di un palazzo permette di comprendere l’origine del lavoro, il committente, la famiglia che lo custodiva, contribuendo così alla definizione dell’autore, del periodo in cui operò, per quale famiglia, spesso in quale occasione, in quale luogo, in quale periodo.

Non meno affascinante è poi l’aspetto grafico-artistico, che sottintende una grande abilità manuale, uno spiccato senso del bello (tranne alcuni infelici casi, soprattutto di araldica napoleonica) ed una profonda conoscenza delle regole geometriche e stilistiche su cui si basa la scienza blasonica.
Come accennato, l’araldica non è assolutamente una disciplina morta: la sua vitalità risulta ampiamente da due considerazioni: da un lato quanta gente possa muovere, facendo così nascere un vero e proprio “turismo araldico” di persone affascinate dalle preziose raffigurazioni di antichi codici e di medievali pergamene; dall’altro lato, quale importanza abbiano oggi marchi e loghi, protetti, come si diceva, da leggi così simili alle antiche disposizioni che proteggevano stemmi e motti.
Enti araldici ufficiali La XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana ha soppresso la Consulta Araldica (ora trasformata in semplice archivio) pur non abolendo i titoli nobiliari e non vietandone l’uso.

La scienza araldica non si è però persa neppure a livello ministeriale, essendo stato costituito un Ufficio araldico presso la Presidenza Consiglio dei Ministri che sovrintende alla concessione degli stemmi di comuni, province, regioni ed altri enti pubblici, definendo, sulla scorta dell’antica scienza, regole, formati, disegni. All’estero in molti Stati vi è ancora una grande attenzione alla scienza araldica: basti pensare al Regno Unito, che annovera ben due prestigiosi istituti: il College of Arms per l’Inghilterra e The Court of the Lord Lyon per la Scozia. Le tre giornate di studio Quanto sin qui detto rende evidente il perché delle Giornate di Studio, per fare il punto sul ruolo sempre più importante che gli studiosi delle varie discipline attribuiscono all’araldica, ma anche e soprattutto per costituire una sorta di un primo “censimento” delle fonti araldiche ancora reperibili nella città di Torino. I titoli degli interventi, il valore degli oratori, dimostrano il livello delle giornate, che si articoleranno in diverse sedi presso Enti che dell’araldica conservano documenti, testimonianze, memorie.
La prima giornata, svoltasi il 17 ottobre 2009, venne dedicata in parte a sottolineare il ruolo dell’araldica quale scienza ausiliaria della storia e dell’arte, ed il suo ruolo nel mondo d’oggi.

La seconda parte della giornata fu dedicata invece ad una presentazione degli Enti che, nelle loro preziose biblioteche, conservano le più importanti fonti araldiche, dal medioevo ad oggi, rappresentate da manoscritti, codici, pergamene, eccetera: l’araldica del pennino.
La seconda giornata, che si è svolta sabato 27 novembre 2010, è stata l’occasione per presentare gli Atti della prima giornata e per illustrare il lavoro che, nel frattempo, si è fatto per documentare l’araldica dello scalpello: diversi studiosi della disciplina, nonché un gruppo di soci dei 4 Enti Promotori hanno proiettato fotografie di stemmi scolpiti ritrovati, 3 con pazienti indagini e con alcune divertente sorprese, in Torino, partendo dal Cimitero Monumentale alle varie Chiese, dal complesso dei Poveri Vecchi alle facciate dei palazzi storici. L’araldica dello scalpello. La terza giornata, dedicata all’araldica del pennello, approfondirà con esempi ed esperienze vissute, quanto questa disciplina contribuisca ad illustrare dipinti ed affreschi; il già noto gruppo di volontari presenterà una raccolta fotografica di affreschi e quadri riportanti stemmi, fotografati anche presso raccolte private.
Si offrirà ai partecipanti il secondo volume degli atti, riportante i lavori della seconda giornata.

I promotori Dato l’impegno che il Convegno comporta, organizzato interamente da persone volontarie, e per l’alto significato che riveste nell’ambito della Torino dedita a questi studi, si è ritenuto opportuno coinvolgere, oltre a VIVANT: – Sovrano Militare Ordine di Malta, Delegazione del Piemonte e della Valle d’Aosta – Corpo della Nobiltà Italiana – Società Italiana di Studi Araldici Patrocini Sono stati concessi i patrocini da parte di: Presidente della Regione Piemonte Presidente della Provincia di Torino Sindaco della Città di Torino Contributi Le Giornate di Studio e le pubblicazioni degli Atti sono state possibili grazie ai contributi di: – Fondazione CRT – Reale Mutua di Assicurazioni

 

di Fabrizio Antonielli d’Oulx