IL BACO DA SETA

Una affascinante mostra organizzata nel Castello di Racconigi per illustrare le attività dei protagonisti del mondo della seta alla fine del 1800, sia italiani in Giappone che giapponesi in Italia, con uno sguardo al futuro dove la gelsi-bachicoltura può portare a nuove possibilità di impiego soprattutto in campo tessile, alimentare, tecnologico, cosmetico e nutraceutico.

Ed ecco, tra i tanti che verranno ricordati in occasione della mostra, alcuni personaggi presi in esame. Primo rappresentante del Regno d’Italia residente in Giappone, Ministro Plenipotenziario e Inviato Straordinario in Cina e Giappone, fu il Conte Vittorio Sallier de La Tour (1827-1894) con la Consorte. Residenti in Giappone dall’estate 1867 fino alla primavera del 1870 quando lasciò il posto al suo successore, il Conte Alessandro Fe’ d’Ostiani (1825-1905) residente in Giappone da Marzo 1870 fino al 1877.

In Giappone Fe’ d’Ostiani si fece particolarmente apprezzare, tanto che lo stesso governo giapponese, lo nominò suo commissario straordinario per l’Esposizione Internazionale di Vienna del 1873 e lo insignì di numerose decorazioni.
L’ammiraglio conte Camillo Candiani (OlivolaAlessandria 1841-1919) che circumnavigò il globo a bordo della corvetta a elica Magenta giungendo in Giappone nel 1866, e poi di nuovo presente in Giappone con la Garibaldi e la Vettor Pisani. Autore di una lunga lettera a sua sorella, sorta di diario, in cui descrisse gli avvenimenti giapponesi che VIVANT ha pubblicato per l’occasione. Ai Savoia poi si deve la creazione del “sistema fabbrica” nell’ambito della seta già dalla metà del 1600 in Piemonte. Al comando della Vettor Pisani, il capitano di vascello Tomaso di Savoia, duca di Genova, (1854-1931) si recò due volte in Giappone, la prima volta come “Per un filo di seta” mostra a Racconigi guardiamarina sulla Garibaldi (1879) e la seconda (1881) come comandante della Vettor Pisani quando fu ricevuto con tutti gli onori come rappresentante della Casa Reale dei Savoia durante la Campagna Oceanica in Estremo Oriente.
LA CASA IMPERIALE GIAPPONESE E LA SETA

Ogni anno all’inizio dell’estate i media giapponesi annunciano che l’Imperatrice Michiko (1934- ) si dedica alla sericoltura nel Momijiyama Imperial Cocoonery.

La seta che si ottiene nel Palazzo Imperiale di Tokyo è utilizzata, dal 1800 senza interruzioni, per il restauro di antichi e pregiati arazzi, tesori nazionali, conservati nello Shōsō-in (un deposito imperiale di beni pregiati eretto nel 756) oppure per la produzione dei doni per i Capi di Stato in visita in Giappone.

APPROFONDIMENTO E COMPARAZIONE FILANDE/SETIFICI PIEMONTESI E GIAPPONESI

Tracce dell’industria serica italiana, fiorente grazie ai Savoia, dal 1600 poi per tutto il 1700 e 1800, si ritrovano nelle fertili campagne del Piemonte: Racconigi (CN), Caraglio (CN) Alba (CN), Cuneo, Novi Ligure (AL), Agliè (TO), Carrù (CN) , Cherasco (CN) , Caselle (TO) Torino etc. Nella seconda metà del 1800 ampia è la diffusione in Europa del “mulino da seta alla piemontese” e del metodo di “trattura alla piemontese”, che testimoniano il grado di eccellenza raggiunto dalla produzione serica piemontese ottocentesca. Il Filatoio Rosso di Caraglio 1678-1930 è il più antico esemplare esistente in Italia di setificio, costituisce la più importante testimonianza di archeologia industriale del settore serico in Italia, ha un grande valore architettonico ed è la testimonianza storica dell’evoluzione economico-tecnologica di un’epoca (XVII sec).
Un’eccellenza del Piemonte. Parallelamente in Giappone l’allevamento dei bachi e le produzioni sericole si svolgevano in zone interne quasi del tutto inaccessibili agli stranieri come ad esempio a Maebashi (Prefettura di Gunma) dove fu impiantata la prima filanda del 1870, o nella città di Tomioka (Prefettura di Gunma), dove nel 1872 fu impiantato un importante setificio industriale, oggi Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Sempre in materia di approfondimenti e comparazioni è sorprendente il legame che ha unito alla fine del 1800 la fiorente industria serica e la nascente industria automobilistica in entrambi i Paesi: un ramo della famiglia Agnelli, imparentato con il Senatore fondatore della Fiat, era originario di Racconigi dove aveva una filatura, commerciava in bozzoli e in seta grezza; il fondatore della Suzuki, Michio Suzuki, inaugurò la sua prima fabbrica di telai meccanizzati per la tessitura di seta e cotone nella bigattiera dove la sua famiglia allevava i bachi.

GLI IMPRENDITORI ILLUMINATI DELLA SETA, OGGI

Oggi la gelsi-bachicoltura è all’attenzione dell’agribusiness moderno per le nuove possibilità d’impiego che essa offre soprattutto in campo tessile, alimentare, tecnologico e nutraceutico. Nella mostra verranno presentati il super violino in seta e seta di ragno, che suona come uno Stradivari, realizzato da un illuminato musicista/ricercatore vincitore del prestigioso premio Innovation Students Award nel 2016; cosmetici fatto con proteine di seta e i manufatti della microfiliera “Il filo d’oro“, sinergia di aziende che trattano la seta dall’allevamento dei bachi ai capi finiti; studi scientifici sulla super seta al grafene, 50% più resistente e in grado di condurre elettricità, sulla seta fluo e silk biomaterials con proprietà meccaniche e rigenerative dei tessuti; il “sushi del futuro”: i bachi da seta come snacks molto proteici e sostenibili; il “panseta” panettone realizzato con farina di bachi da seta.