I Fratelli De Rege

Discendenti dal ramo cadetto dell’antica famiglia del patriziato piemontese (nobili dei conti de Rege di Donato di San Raffaele), i fratelli De Rege (il maggiore Guido, detto Bebè 1891 –1945; il minore Giorgio, detto Ciccio 1894 – 1948) nacquero nei pressi di Caserta dove il padre, ufficiale di carriera, prestava servizio. Il loro interesse per la vita del mondo dello spettacolo costituì una rottura con la famiglia: il maggiore fuggì di casa per darsi alla carriera di comico, e qualche tempo dopo scoprì che anche Ciccio si stava inserendo in quel mondo, il che diede l’avvio alle loro esibizioni insieme. Nei loro spettacoli costituirono il tipico duo in cui il maggiore, nel ruolo di spalla, permetteva al minore di esaltare la sua comicità nel ruolo dello sciocco, balbuziente e incapace di parlare in modo “normale”, con effetti spesso assurdi e improntati al nonsense, e di grandissimo effetto sul pubblico. Furono molto attivi nell’avanspettacolo, ma parteciparono anche a diversi film. Morirono a poca distanza di tempo l’uno dall’altro: il maggiore a Milano sul finire della guerra, il secondo, dopo avere avuto come spalla Carlo Dapporto, trovò la morte in scena a Torino, tre anni dopo, mentre recitava al Teatro Reposi. Il loro repertorio venne ripreso tempo dopo dalla coppia Carlo Campanini e Walter Chiari, che portarono alla celebrità anche in televisione il tormentone con cui “attaccava” solitamente il duo: Vieni avanti, cretino! (titolo successivamente di un film con Lino Banfi). https://it.wikipedia.org/wiki/Fratelli_De_Rege Parlare dei Fratelli De Rege non è facile. Non ci sono testi e non ci sono documenti, se non i soliti elogi di qualche contemporaneo; ci sono solo alcune notizie. Per esempio: il più giovane dei due, Giorgio (detto Ciccio) era senza naso in mezzo al viso, al centro di una innaturale depressione, aveva una minuscola escrescenza con due buchi neri, e che l’altro, Guido (cioè la spalla) girava sempre armato di rivoltella. Perché? “Non si sa”, come avrebbe risposto Ciccio De Rege. Il naso finto di Ciccio fu un’invenzione di Guido. Forse infastidito da quell’ innaturale avvallamento in mezzo alla faccia del fratello, Guido gli abbarbicò un naso di cartone legandoglielo con del filo intorno alle orecchie. Di suo, molti anni dopo, Ciccio vi aggiunse quei baffi spioventi che, insieme al costume (giaccone scuro e bombetta) lo caratterizzarono. Fu Guido ad avvertire il richiamo della vocazione teatrale; e Ciccio lo seguì per stare con lui, facendo l’attrezzista nella stessa compagnia. Poi, come succede, un giorno un attore si ammalò e Ciccio fu buttato in scena per sostituirlo; non sapeva la parte e balbettava invece di parlare: fu un successo. Da allora il binomio restò unito per sempre. I fratelli De Rege conobbero presto la fama, e la ricchezza. Viaggiavano in automobile (l’autista era il loro amministratore che faceva anche il generico), erano pagatissimi, anche centocinquanta lire al giorno. Arrivavano in teatro, facevano il loro numero e se ne andavano. Avevano casa a Roma e a Torino.