Les Colbert

Les Colbert

“Signor Presidente, Signore e Signori, è per me un onore, lasciare Chambery per venire nella nostra capitale, Torino.”
Con queste parole inizia la memoria sulla casa de Colbert scritta e letta da François de Colbert in occasione dell’incontro .
Si riporta la traduzione di alcuni dei passi più significativi.

La famiglia Colbert, resa illustre nel XVII secolo da Jean-Baptiste Colbert, il grande ministro di Luigi XIV, è conosciuta dal 1450. Forte, nel periodo di massima espansione, di una dozzina di rami, oggi è rappresentata solo più da uno.
Non è possibile parlare di tutti i ministri, parlamentari, vescovi, consiglieri di Stato, generali, ammiragli, marescialli di campo, che l’hanno resa celebre; conviene approfondire il ramo de Maulévrier da cui discende la marchesa di Barolo.
Nel 1588 questo ramo dei Colbert ha una fiorente attività commerciale di vini, stoffe e sete. Nel 1603 il re Enrico IV nobilita Oudart Colbert, zio del famoso ministro.
Molti i legami con famiglie italiane. Françoise Colbert sposa nel 1688 Ulderico de La Carpegna, maestro di palazzo del cardinale Medici. Nel 1704 Marie Thérèse Colbert de Croissy sposa François Marie Spinola, duca di Saint Pierre; nel 1714 Paul Edourd Colbert sposa Anna Spinola.
Jean-Baptiste Colbert, intendente del cardinal Mazzarino, prese la direzione dello Stato alla morte del Cardinale, nel 1661. In 22 anni apportò diverse riforme, modificò le legislazioni, intervenne in tutti i settori dello Stato tranne che sugli argomenti militari, appannaggio del suo rivale Le Tellier marchese de Louvois. Vita ben nota, la sua, illustrata in diverse biografie.
All’epoca della rivoluzione francese un certo numero di componenti della famiglia Colbert seguì i Vandeani; altri, per sopravvivere, si arruolarono nelle armate repubblicane, altri si riunirono ai fuoriusciti del principe di Condè in Germania.
I Colbert amavano le donne italiane: il conte di Maulévrier marito della figlia del maresciallo de Tessé, fu l’amante della duchessa di Borgogna, Maria Adelaide di Savoia. Luigi XIV lo mise agli arresti domiciliari: furioso, fuori di testa si ritirò nel suo palazzo parigino e si suicidò lanciandosi dal quarto piano.
Edouard Victurnien Charles René Colbert conte di Maulévrier, fu ministro plenipotenziario del re presso l’arcivescovo elettore di Cologna nell’agosto 1784. Conobbe, a causa di un provvidenziale intervento che gli salvò la vita durante una battuta di caccia, Jean Nicolas Stofflet, che passò al suo servizio. Dal suo primo matrimonio con Anne Marie Louise de Quengo de Crénolle ebbe quattro figli, tra cui Juliette Françoise Victurnienne che sposò nel 1806 Carlo Tancredi Falletti di Barolo.
Edouard Cherles Victurnien, fratello cadetto del precedente, durante il periodo rivoluzionario si recò in Inghilterra. Tornato in Vandea trovò Stofflet, già guardia caccia di suo fratello, che lo accolse come aiutante di campo, divenendo così un subordinato del suo ex dipendente. Stofflet fu catturato il 24 febbraio 1796 e condannato alla fucilazione. Nel momento in cui gli venivano bendati gli occhi gridò “Sachez qu’un général vendéen n’a pas peur des balles” e, comandando il fuoco, urlò un’ultima volta “Vive la religion, vive le Roi”.
Edouard Cherles Victurnien emigrò in America dove passò diversi anni, scrivendo delle memorie. Di ritorno in Francia dopo i drammatici eventi rivoluzionari, scrisse anche un’importante memoria sull’epoca degli eventi vandeani tra il 1793 e il 1796, data della morte di Stofflet, che conclude con queste riflessioni:
“On est dans l’admiration, quand on pense que pendant plusieurs années toute cette population, sans abandonner les travaux de l’agriculture, fut dévouée aux hasards de la guerre, aux supplices, aux tortures de tout genre, car la rage, la fèrocité, les recherches de barbarie de presque tous les généraux, commisaires, employés quelconques de la République et de leurs affreux soldats ne purent etre égalés que par le courage, la piété, la résignation, le dévouement à la cause royale de tout un peuple dont chaque individu, se considérant comme voué à una mort prochaine, sans cesser d’agir et de combattre pour le succès, avait fait le sacrifice de sa vie, et préféra toujours le perdre plutot que de commetre une lacheté. Aussi les bourreaux meme admirèrent souvent lew courage de leurs victimes.”
Ecco dunque una brevissima presentazione della storia di famiglia Colbert e di qualche suo rappresentante.
Farnçois de Colbert termina la sua chiacchierata ringraziando per l’attenzione e ricordando che sta per pubblicare un lavoro molto completo sui Colbert di circa 650 pagine con più di 2.000 referenze, numerose fotografie e 500 stemmi a colori.