Il XXIII Congresso internazionale di scienze genealogica e araldica

IL XXIII CONGRESSO INTERNAZIONALE DI SCIENZE GENEALOGICA E ARALDICA

L’identità genealogica e araldica. Fonti, metodologie, interdisciplinarità, prospettive

Torino, 21 – 26 settembre 1998

Mi domandò “Chi fuor li maggior tui?” Dante, Inferno, X, v. 42

Ciascun che della bella insegna porta Dante, Paradiso, XVI, v. 127

Alcuni commenti di Gustavo di Gropello

E’ certamente un fatto importante che il Ministero dei Beni Culturali della Repubblica Italiana abbia riconosciuto, con l’organizzazione di questo Congresso Internazionale, il ruolo importante di scienze ausiliarie alle materie oggetto del Congresso, benché si chiamino genealogia e araldica,, a dimostrazione di una maggior apertura mentale nei confronti di questi argomenti, che solo qualche anno fa sembravano essere messi al bando.

L’origine del Convegno si rifà proprio ad un contatto avuto da Gusta di Gropello, come presidente SISA, con Anthony Smith dell’Associazione Internazionale di Araldica, che lo invitava ad organizzare il Congresso a Torino. L’impresa era troppo importante per gravare su una singola Associazione, la SISA appunto, per cui di Gropello propose di interpellare il Ministero, non nutrendo in realtà molte speranze nell’accoglimento della richiesta. Allora era responsabile dell’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio (quanto rimasto della gloriosa Consulta Araldica) Paolo Tournon, cosa che certamente ha semplificato il tutto.

Così, grazie soprattutto all’opera valentissima della dottoressa Isabella Massabò Ricci, direttrice dell’Archivio di Stato di Torino, certamente uno dei migliori in termini di organizzazione, conservazione e manutenzione, è stato possibile organizzare il Congresso.

Il livello scientifico è stato veramente notevole, articolato su due sessioni parallele di archeologia ed araldica. I numerosi interventi che hanno visto la partecipazione di un gran numero di studiosi sono stati selezionati dal Comitato Scientifico scelto a Roma dal Ministero dei Beni Culturali, presieduto dall’ambasciatore Barzini con la collaborazione di persone di indubbio rilievo internazionale.

In occasione del Congresso vi sono state anche le riunioni della importanti Confédération Internationale de Généalogie et d’Héraldique e dell’Acadèmie Internationale d’Héraldique.

I temi trattati spaziavano da interessi locali italiani all’araldica e genealogia russa (dove veniva messa in risalto l’estrema povertà di materiale di studio, nettamente peggiore rispetto all’epoca dell’U.R.S.S., quando se non altro venivano supportati gli studi araldici relativi ai corpi militari e alle città).

Interessante può essere ricordare le relazioni di studiosi che conosciamo:

  • Caratti di Valfrè sulla metodologia genealogica
  • – Benedetta Fè d’Ostiani e Cristina Natta Soleri con il prof. Renato Bordone sui grandi studiosi della fine dell’800 – primi del ‘900 (Cibrario, Gabotto, ecc.), con alcuni spunti un po’ dissacranti, rivitalizzati in una visione critica
  • Gustavo Mola di Nomaglio sull’interpretazione del “firmamento” nelle armi piemontesi
  • Filippo Beraudo di Pralormo sull’archivio di casa, così ben conservato
  • Enrico Genta, sempre molto brillante, su
  • Maria Luisa Gentile sui Consegnamenti d’Arma, rifacendosi anche a studi di Angelo Scordo

E’ ancora doveroso ricordare tra i presidenti di sessione Alfonso Seballo, valido studioso, ma troppo incline a concedere papiri e diplomi di ogni sorta, compresi i riconoscimenti di situazioni nobiliari.

Il Congresso è anche stato allietato da numerosi eventi mondani, come visita a castelli, il ballo a Stupinigi (una delle pochissime occasioni in cui si sia potuto ballare nel salone centrale), colazioni, ricevimenti alla Società del Whist.

E’ stato, in definitiva, un avvenimento estremamente importante (il Congresso si tiene ogni tre anni e in Italia era stato organizzato a Roma nel 1961, a Bressanone nel 1982) che ha visto attenti ed interessato 250 studiosi provenienti da tutto il mondo.