La Società Promotrice delle Belle Arti in Torino parco del Vlentino viale B. Crivelli, 11 – Torino

La Società Promotrice delle Belle Arti nacque con lo scopo di diffondere in Torino, con mostre annuali, le opere e gli artisti del momento. La Società venne fondata il 28 febbraio 1842 da undici gentiluomini e artisti torinesi riuniti in casa del conte Cesare della Chiesa Della Chiesa di Benevello, nell’allora contrada Carlo Alberto 13.
Durante la sua storia ebbe varie sedi: via Lagrange 7 (1842); casa del Conte di Benevello, (1843-1849), locale della Pallacorda (1851-1861); Accademia Albertina (1855- 1861); Palazzo di Carlo Ceppi (1863-1884); piazza d’Armi (1880-1884); nuovamente Palazzo di Carlo Ceppi (1884-1914); Il finanziamento delle attività del sodalizio fu possibile grazie a cento sottoscrittori di azioni di venti lire ciascuna. Nell’aprile 1842 la Società allestì la sua prima esposizione di oggetti artistici in un salone della casa del marchese Doria di Ciriè. Da quel momento le mostre si susseguirono annualmente, prima in vari palazzi cittadini, in seguito, dal 1863, in un palazzo di Via della Zecca (oggi Via Verdi).
Esse divennero un UNA “NOSTRA” MOSTRA ALLA PROMOTRICE PROMOTRICE DI tORINO ? avvenimento di rilievo nella vita torinese. Nel 1914 la Promotrice, dietro il pagamento di un canone simbolico, ottenne dal Municipio un terreno adiacente al Castello del Valentino su cui costruire la sua nuova sede.
La palazzina fu realizzata nel 1919 su progetto dell’arch. Enrico Bonicelli con sculture di Davide Calandra. I lavori cominciarono in calcestruzzo armato; all’esterno pareti cieche, scansioni modulari ed un intonaco grigio diedero, alla Promotrice stessa, un’apparenza “inerte”. La presenza però del portico all’ingresso in stile classico e la plastica ad opera di Giulio Casanova ed Edoardo Rubino, ravvivarono l’aspetto esteriore della costruzione in stile liberty.

Tra il 1930 e il 1940 Giovanni Chevalley apportò una modifica che ampliò l’edificio, con l’aggiunta di padiglioni ove prima sorgeva parte del Castello del Valentino Bombardamento e ricostruzione Durante il secondo conflitto mondiale la palazzina fu sinistrata in seguito alle incursioni aeree dell’11 novembre 1942, 12 dicembre 1942, 13 luglio 1943: si registrò il distacco della copertura del tetto e degli infissi, crollo di soffitti e muricci causati da bombe incendiarie e dirompenti.

Nel novembre 1945 la Società chiese alla città un contributo per le necessarie opere di riparazione nella misura di L. 100.000. La Giunta Popolare approvò lo stanziamento con la seguente motivazione: “l’Amministrazione civica, nella particolare considerazione che la Società richiedente svolge da oltre trent’anni una benemerita azione intesa alla diffusione dell’arte, all’educazione estetica ed all’elevazione morale ed intellettuale del popolo, escludendo ogni finalità di speculazione, ha ritenuto meritevole di accoglimento la richiesta, tenuto presente che anche l’intervento del Comune pone in grado la Società Promotrice di salvaguardare la conservazione di un imponente Palazzo che costituisce la base di tutta l’attività già in programma per il prossimo anno” (Asct, VIII Amm. LL. PP., deliberazioni della Giunta popolare, 10 novembre 1945, verbale 37, § 84)