IL XVI congresso CILANE Potsdam, settembre 2002

Poche parole sulla storia della CILANE, la Commission d’Information et de Liaison des Associations Nobles d’Europe. Nel 1959 le associazioni della nobiltà belga, francese, italiana, russa e tedesca, con alcuni rappresentanti della nobiltà austriaca, costituirono la CILANE con lo scopo di mantenere i valori fondamentali e le tradizioni comuni, adattandoli alla realtà contemporanea.

La CILANE non è un’Associazione Europea della Nobiltà, ma una Commissione per lo scambio di informazioni sugli sviluppi delle differenti associazioni; non è diretta da un Presidente ma da un Coordinatore il cui mandato dura tre anni: Oggi il nuovo Coordinatore è un portoghese, il Conte João de Rezende. La CILANE ha attualmente 13 componenti: ne fanno parte il Belgio, la Francia, l’Italia, la Russia, la Germania, la Spagna, la Svizzera, il Portogallo, la Svezia, la Finlandia, i Paesi Bassi, la Nobiltà Pontificia e l’Inghilterra.

Ogni Associazione nazionale ha un delegato; i delegati devono contribuire a mantenere i valori tradizionali della Nobiltà, adattarli alla nostra epoca, mantenere relazioni amichevoli e servizi reciproci tra le associazioni, favorire gli scambi tra i giovani. Ogni tre anni viene organizzato un Congresso della Nobiltà Europea: il primo è stato a Parigi nel 1957, il penultimo a Stoccolma nel 1999 e l’ultimo, il XVI Congresso, nel settembre scorso a Potsdam. Al Congresso di Potsdam hanno partecipato 243 persone con i Presidenti di quasi tutte le associazioni: le delegazioni più numerose sono state quelle tedesca, francese, belga e dei Paesi Bassi.
L’argomento di studio era: “La Nobiltà nella democrazia: il suo ruolo ed i suoi valori”. Due gruppi di lavoro si sono formati: “La Nobiltà e la nuova cooperazione in Europa”, che ha studiato le nuove esperienze in Europa Centrale, le difficoltà incontrate ed i risultati nella ricostruzione della Germania dell’Est, il riacquisto delle antiche proprietà familiari, il contributo che la nobiltà ha dato all’ integrazione delle due Germanie ed il contributo dei nobili nello sviluppo politico, economico e sociale in Polonia, Cecoslovacchia ed Ungheria.

Il secondo gruppo: “L’evoluzione della società e le risposte della nobiltà” ha trattato i problemi riguardanti le associazioni familiari, il ruolo delle associazioni nobili ed il diritto di famiglia e nobiliare. Le relazioni hanno sottolineato il valore della famiglia che è la base della trasmissione delle tradizioni e dei valori della nobiltà. La ricostruzione della famiglia, in questo mondo indifferente ed ostile ai valori tradizionali, è stato considerato prioritario da tutte le Associazioni sia per la coesione della famiglia stessa che per la continuità delle associazioni nazionali garanti di questi valori. Il Congresso si è riunito sotto la Presidenza del Principe Alfred Ernst zu Loewenstein, Presidente dell’Associazione tedesca, e l’Arciduca Otto di Asburgo ha preso la parola all’apertura ricordandoci, con bellissime parole, che prima bisogna essere cristiani, poi europei.

Gli interventi dei rappresentanti hanno dimostrato differenze Circa il 20% dei Soci si è scordato la quota 2002… …troppi! organizzative e come alcune Associazioni siano più attive nella difesa dei loro scopi ed interessi. Sono emerse pure notevoli differenze politiche tra i paesi: un Belgio aperto verso nuovi concetti, quasi disponibile a trasformarsi in un’associazione di discendenti, in linea maschile o femminile, da Nobili; la Francia conservatrice e rigidamente chiusa ad ogni tentazione modernista.

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Il Generale du Verdier ha presentato l’ANF, l’Association d’Entraide de la Noblesse Francaise: fondata nel 1932 e riconosciuta di utilità pubblica nel 1967. Può far parte dell’associazione chi ha provato la sua discendenza legittima da un antenato diretto che ottenne o possedeva lo stato di nobile.
Nel 1987 raggruppava circa 2000 famiglie, che, come vedremo, costituiscono la metà della nobiltà francese. L’ intervento del Gen. du Verdier è stato interessante ed ha espresso chiaramente la posizione della sua associazione. Il discorso si è sviluppato intorno alla domanda se esista ancora la nobiltà nel XXI secolo. La nobiltà oggi è cosi definita: un gruppo di persone, organizzate in famiglie, che si trasmettono di maschio in maschio, col sangue e con il matrimonio legittimo, una qualità riconosciuta o attribuita da un potere sovrano.

Nel caso della Francia la nobiltà rappresenta oggi, 4000 famiglie, lo 0,2% della popolazione. La nobiltà non costituisce né un gruppo etico né una classe sociale: oggi la nobiltà dà meno importanza alle manifestazioni esteriori ed interiorizza maggiormente la differenza; essa si distingue dai suoi contemporanei per cinque atteggiamenti specifici: Il primo atteggiamento è rappresentata dalla particolare forza del sentimento di appartenenza ad una collettività Appartenere alla nobiltà, qualità legata alla nascita , è ammettere che un nobile deve accettare gli obblighi che gli derivano dalla sua condizione. Il nobile agisce secondo un codice di condotta che non ha elaborato da solo; questo comportamento lo distingue da un mondo contemporaneo che esalta l’individuo, senza memoria del passato, senza storia familiare, ridotto alle funzioni di consumo e produzione. Il secondo atteggiamento è il culto della tradizione. Il ricordo della grandezza degli antenati porta il nobile a rispettare la tradizione e a dare un esempio di umiltà cristiana poiché riconosce i limiti del proprio giudizio personale e la sua dipendenza dal Creatore. il riconoscere una differenza legata alla nascita è un altro principio proprio della Nobiltà.

Il riconoscimento dei ruoli complementari per l’uomo e la donna e la trasmissione patrilineare della nobiltà corrisponde ad una differenza tra i sessi, dove la donna, che ha la parte più importante nella trasmissione della vita e nella prima educazione, responsabilizza l’uomo dandogli il privilegio di trasmettere il nome ed accetta, di conseguenza, lo status nobiliare dello sposo. Il nobile non accetta, quindi, la nozione di una famiglia ridotta, per usare un termine di moda, ad un partenariato uomo -donna: oltre all’unione di due esseri il matrimonio è una alleanza tra due famiglie nella prospettiva della continuità. L’ultimo atteggiamento considerata riguarda il fatto che i Nobili sono differenti ed esigenti per servire meglio. Legato alla nozione di nobiltà, si sviluppa una dottrina ben differente dalle idee libertarie accettate nella società contemporanea. La nobiltà esiste ancora perché non si lascia sommergere, perché ha il coraggio di essere differente. I nobili d’oggi sono ispirati da una immagine di loro stessi esigente che predispone a meglio servire la società.

Il generale du Verdier ha concluso questa prima parte del suo intervento dicendo che la nobiltà costituisce ancora un gruppo sociale che ha saputo conservare la sua specificità attraverso un attaccamento alle virtù ed ai principi fondamentali che dirigono la vita familiare e la vita sociale, che ha conservato un codice di condotta alla fedeltà al quale ogni nobile impegna il proprio onore. Essa merita di organizzarsi in associazioni che contribuiranno a renderla perpetua. Dopo questa premessa la relazione si è sviluppata approfondendo Quale ruolo debbano avere le associazioni nobili e quali siano le loro caratteristiche. La prima caratteristica, che le distingue da tutte le altre, è costituita dal non ricercare vantaggi materiali o diritti; farne parte non implica che degli obblighi. Si ritrova lo spirito della cavalleria che si esprime in termini di doveri anche se sembra anacronistico in quest’epoca che preferisce affermare solo i diritti.

La ragione d’essere della Nobiltà è quella di incitare il merito. Quali sono i limiti dell’azione delle associazioni. Queste associazioni rischiano di perdere la loro ragione d’essere se giocano un ruolo religioso o politico. Certamente esistono dei legami stretti tra la nobiltà europea, la religione cristiana ed un certo ordine sociale, ma questo non è lo scopo.
Le Associazioni costituiscono, è vero, gradevoli luoghi di incontro tra amici con la stessa educazione, lo stesso modo di vivere e la stessa concezione della vita, ma non devono limitarsi a questo ruolo solamente mondano. Per continuare ad esistere con le sue associazioni, la nobiltà deve dominare il proprio destino, sapere cosa è e non temere di affermarsi per quello che è, anche se non corrisponde ai modelli proposti da certi intellettuali, dalla stampa e dalla televisione Un punto fondamentale è rappresentato dai nuovi iscritti e dalla necessità di mantenere una competenza storica e genealogica. Le Associazioni devono essere in grado di riconoscere le famiglie veramente nobili escludendo coscientemente anche delle famiglie antiche ed onorabili che non sono nobili: aprire le porte a queste famiglie aprirebbe la strada ad una selezione basata su criteri soggettivi. Per valutare l’autenticità della nobiltà delle famiglie si debbono mantenere delle competenze storiche, genealogiche e giuridiche. Questo è essenziale perché assicura la qualità del reclutamento: la Commissione delle Prove deve valutare la validità di due elementi essenziali: – atti ricognitivi della nobiltà – legittimità della ascendenza.

I criteri di base per il riconoscimento della nobiltà sono quelli previsti nell’ancien régime, quelli richiesti per l’elezione dei deputati della nobiltà agli stati generali. la nobiltà deve quindi essere provata con il riconoscimento (acte recognitif), la concessione, l’appartenenza a capitoli nobili, parlamenti, e a tutto quanto gli statuti ritengono valido per la prova Interessante notare che nel 1988 la ANF conservava 7500 pratiche di Iscrizione. A proposito della filiazione, la Francia richiede la discendenza da genitori uniti da un matrimonio religioso; infatti fino al 18′ secolo il matrimonio non poteva che essere religioso. Il matrimonio civile è stato istituito dalla rivoluzione, nello stesso momento in cui fu abolita la nobiltà. La ANF continua ad applicare le stesse regole che esistevano quando la nobiltà aveva valore legale ed a considerare il matrimonio indissolubile. Il gen. du Verdier ha ancora aggiunto: “Noi siamo rigidi su questo punto poiché consideriamo incoerente identificarsi con una eredità ed una tradizione e rifiutarne le conseguenze quando queste contrastano con i desideri personali.

La ANF svolge anche un duplice ruolo al proprio interno: l’aiuto materiale e morale ai propri associati. Aiuto materiale rivolto agli anziani bisognosi, oggi poco richiesto; un aiuto ai giovani, sotto la forma di borse di studio; un aiuto agli associati in attività per cercare lavoro. Con dei risultati ma notevoli difficoltà: gli stessi associati influenti non collaborano abbastanza…Progressivamente la ANF sta cercando di aiutare non solo chi è in difficoltà; ma cerca di favorire il successo professionale degli associati. Aiuto morale Poche famiglie francesi hanno una notorietà fuori dal loro luogo d’origine, ed oggi, disperse in più luoghi, allontanate dalle parentele, potrebbero perdere la loro identità: la ANF permette di incontrare persone del medesimo ceto e di conservare la loro coscienza.
L’Associazione deve anche aiutare gli associati a vivere la loro nobiltà, a rispettare i doveri che la caratterizzano. Le associazioni devono aiutare i loro membri a restare fedeli alle tradizioni, ai comportamenti e a non lasciarsi fuorviare dalla nuova mentalità che non rispetta i propri principi.
Per vivere, la nostra tradizione deve adattarsi ma non deve accettare tutto dal mondo moderno, dobbiamo riuscire a svegliare l’ambizione dei giovani, aiutarli a divenire il ceto dirigente, ricordando che possiamo partecipare alla gloria dei nostri antenati solo se cerchiamo di rassomigliare loro.
A tutti, in particolare ai giovani, dobbiamo ricordare che per costituire una aristocrazia i nobili devono esercitare delle professioni che pesano sull’avvenire della società, che i1 gusto dell’azione e del potere deve prevalere sulla comodità. In ogni caso, noi dobbiamo persuadere ogni nobile a conservare la sua coscienza individuale e a non piegarsi al modello banalizzato dalla società odierna. Come si nota da questa relazione, la ANF vuole AGIRE SULLA SOCIETA’, direi quasi INFLUENZARE IL MONDO.

La nobiltà ha una tradizione morale esemplare con la quale deve influenzare il mondo che ci circonda: la nobiltà ha ancora una notorietà che è una forza e deve essere utilizzata.
Non bisogna cadere nella tentazione dell’isolamento la nobiltà; attraverso le sue associazioni. deve distinguersi, deve dimostrarsi virile, coraggiosa e generosa; noi dobbiamo vincere la tentazione di essere troppo sensibili e malleabili, dobbiamo rifiutare il modello di un uomo gregario e banale, come ci propone la società d’oggi.

La nobiltà deve coltivare e manifestare i valori forti ed antichi: il coraggio, la resistenza, la fedeltà, la lealtà, tutti questi semplici valori che non piacciono al mondo d’oggi. Queste virtù sono eterne e le radici sono antiche esse sono state formulate dal codice della cavalleria. Le famiglie che hanno attraversato e fatto la storia non debbono aver preoccupazioni per l’avvenire perché hanno l’abitudine di una visione a lungo termine che manca al mondo contemporaneo: la nobiltà può insegnare ai nuovi dirigenti a far ragionamenti di prospettiva. La nobiltà possiede ancora un senso estetico della vita e dell’azione, un gusto dell’avventura, del bel gesto e del decoro, inconciliabili con l’utilitarismo d’oggi, e deve mantenere e perpetuare questo stile. Rifiutare la mediocrità e proporre l’esempio significherà avere una influenza sulla società.

Il Gen. du Verdier ha concluso la sua relazione con qualche raccomandazione: nella vita moderna la nobiltà deve essere altruista ed ha il dovere di trasmettere: – trasmettere la vita perché ” vita erat lux hominum”; la nobiltà deve dare l’esempio di una generosa accettazione della vita e procreare. Bisogna insistere soprattutto su questo, nella nostra Europa che muore di sterilità; – trasmettere anche le belle case, i castelli, gli alberi, le opere letterarie e storiche, ma soprattutto gli ideali, il nostro senso della vita. Solo così le nostre associazioni hanno un ruolo determinante da compiere.

 

di Roberto Giachino Sandri