Il coraggio. Le elezioni amministrative 2011

In questi ultimissimi mesi Torino si è particolarmente animata, sia per i festeggiamenti dei 150 anni della nascita del Regno d’Italia, sia per questioni più attuali, le elezioni amministrative.

VIVANT ha ritenuto, ancora una volta, che non fosse il caso di “isolarsi” nel ricordo di uno splendido passato, ma che, fedele al suo scopo societario, fosse giusto valorizzare, oggi, le tradizioni, così come previsto nell’art. 2 dello Statuto: L’Associazione ritiene che il ruolo della nobiltà non debba considerarsi esaurito e che questa possa, oggi, nella complessiva crisi di valori che coinvolge la società contemporanea, rivestire un ruolo specifico e non facilmente sostituibile, ricollegandosi idealmente alla grande operosità dei ceti dirigenti passati
. A tal fine l’Associazione intende svolgere una duplice azione, rivolta verso l’interno del mondo aristocratico per riaggregarlo nei valori comuni e verso l’esterno, con l’intento di far conoscere il positivo ruolo della nobiltà.

Per raggiungere i propositi esposti, l’Associazione si prefigge di : – promuovere l’unione di tutti coloro che condividano i valori della tradizione; – studiare e far conoscere la materia nobiliare; – stabilire collegamenti con associazioni storiche, culturali, nobiliari ed araldiche; – promuovere iniziative che permettano di riscoprire il ruolo avuto dalla nobiltà nei secoli; – curare la pubblicazione di libri, riviste e saggi; – fornire un supporto storico, giuridico ed araldico ad Enti e privati, in particolare per eventuali pubblicazioni; – favorire la consultazione degli archivi familiari. VIVANT: non un nome a caso, forse un “grida” per un impegno maggiore, per una presenza più significativa, per una riaffermazione di quei valori che hanno ispirato i nostri padri, hanno guidato le nostre passate generazioni.
E’ per questo motivo che VIVANT ha ritenuto doveroso interessarsi alla politica, presentando candidati che, anche se appartenenti a partiti non a tutti graditi, fossero vicini al nostro pensare ed ai nostri valori.

Se si scorrono gli elenchi dei candidati, indipendentemente dai partiti di appartenenza, si trovano pochissimi nomi “di conoscenza”: il nostro ceto ha “abdicato”, ha rinunciato a quel ruolo di guida della società e della res pubblica che per secoli l’aveva contraddistinto.(A Milano ce n’erano alcuni in più: Marchese Gian Paolo Landi di Chiavenna (Popolo della Libertà con Letizia Moratti– Comune di Milano) Nobile Alessandro De Mojana di Cologna (Progetto Milano Migliore con Letizia Moratti – Comune di Milano) Conte Gianluca Bonazzi di Sannicandro (Fiamma Tricolore / Gabriele Leccisi Sindaco– Comune di Milano) Conte Fulvio Moneta Caglio de Suvich (PDL – Consiglio di Zona 1) Nobile Mario Mazzocchi Palmieri (PDL – Consiglio di Zona 7 Bella stagione, è tempo di andare fuori Torino….
per il 18 giugno e per il 2 luglio prenotatevi! Grazie Conte Marco Anguissola di San Damiano (PDL – Consiglio di Zona 8) Ed per questo, per sostenere quei pochi “coraggiosi” che hanno voglia di darsi da fare e giocarsi lavoro, tempo libro da dedicare alla famiglia o ai propri privati interessi, che Vivant ha organizzato due incontri.
Certo, i candidati, alla fin fine, in qualche modo, lo fanno per un proprio tornaconto, anche se non sempre economico, ma il loro provenire da famiglie con antiche tradizioni di governo rende fiduciosi e tranquillizza, essendo assai facile che l’interesse privato non superi l’interesse per del bene comune.

Raimondo Lullo, già nel ‘200, affermava che per essere sicuri del comportamento dei cavalieri in battaglia, fosse opportuno che questi provenissero da famiglie nobili, perché l’eredità spirituale di coraggio e di valore che era loro propria ne faceva certamente dei prodi. E oggi la battaglia è sui terreni della politica… Per questo motivo VIVANT ha organizzato due incontri, uno con Andrea Tronzano, capolista del PDL al Comune, ed uno con Giovanni Vagnone di Trofarello, candidato nelle circoscrizioni 1 e 8 per la Lega, e con Alberto Musy, del Terzo Polo.

Pochi, pochissimi i partecipanti agli incontri, conferma questa di quella abdicazione di cui parlavo: non solo non si scende in campo, ma si considera la politica, tutta, poco interessante e gestita fondamentalmente da ladroni, imbroglioni, mafiosi..e disinteressendosene in questo modo, la politica sarà sempre più appannaggio di ladroni, imbroglioni, mafiosi. Peggio per noi!